Eurovision: è un'edizione a tutta Svizzera, e non solo per la location

C'è tanta, tantissima Svizzera in questo Eurovision Song Contest. E non c'entra solo il fatto che sia Basilea la città ospitante di quest'anno. Oltre alla voce di Zoë Më e alla sua delicatissima Voyage, anche le canzoni di Armenia, Malta e Austria sono legate, in qualche modo, alla Confederazione. Vediamo perché.
Come spiega il Blick, quest'anno alcuni Paesi si sono affidati all'esperienza musicale della Confederazione. Tradotto: la Svizzera verrà rappresentata in molti modi e, soprattutto, con diverse voci, in particolare nella seconda serata di semifinale di questa sera.
Nei brani
Cominciamo dall'Austria. La «Vicina di casa» della Svizzera è nella lista dei favoriti. Tutto merito del cantautore JJ, che sul palco, stasera, porterà la sua Wasted Love. Il 24.enne è gestito però dal produttore musicale svizzero Pele Loriano. Un «signor Eurovision» per eccellenza, che è stato per anni direttore musicale della delegazione svizzera dell'ESC. Proprio il lavoro di Loriano, come scrive sempre il Blick, è stato «determinante» per la vittoria di Nemo avvenuta lo scorso anno a Malmö. E quest'anno, secondo quanto si legge online, il 56.enne potrebbe fare doppietta: JJ, infatti, sembra essere al secondo posto dietro al gruppo KAJ, in gara per la Svezia, nella lista dei possibili vincitori.
Ma non è tutto. Sì, perché come anticipato, anche Armenia e Malta hanno un po' di Svizzera nelle loro canzoni. Come Loriano, anche Benjamin Alasu, co-produttore del brano The Code che lo scorso anno ha portato Nemo alla vittoria, ha contributo alla creazione del brano armeno Survivor del cantante Parg.
Per quanto riguarda Malta, diversi compositori svizzeri sono stati invitati a un campo di composizione per scrivere una canzone da far gareggiare all'Eurovision. E – sorpresa – alla fine ha vinto la canzone Serving, interpretata da Miriana Conte e co-scritta da un altro compositore svizzero: Benjamin Schmid.
Al momento, la canzone di Malta sembra essere una delle preferite dagli ascoltatori. Il titolo originale, inizialmente, doveva essere Serving Kant, ma la seconda parola è stata censurata a causa della somiglianza con il termine inglese che indica i genitali femminili. Marina Conte, a tal proposito, ha dichiarato al Blick di essere persino volata in Svizzera per incontrare Benjamin Schmid e discutere della modifica.