Il personaggio

Mr. Rain, Supereroe per forza? «Ho tre sorelle, cerco di essere un buon esempio»

L’artista bresciano, terzo la scorsa edizione, racconta la genesi della canzone in gara quest’anno: «Per molto tempo mi sono scritto con un genitore che ha perso due figli, entrambi miei fan»
©ETTORE FERRARI
Mattia Sacchi
09.02.2024 21:00

«Il secondo album è sempre più difficile nella carriera di un artista», canta Caparezza. Non che per un cantante la seconda partecipazione a Sanremo sia invece molto più facile. Soprattutto se il debutto è uno di quelli da ricordare. Con Supereroi Mr. Rain ha conquistato non solo un inaspettato terzo posto, ma milioni di persone, per le quali è diventato un simbolo.

La canzone è infatti diventata un inno a rimanere uniti e lottare contro le difficoltà per tante associazioni e famiglie, che hanno voluto condividere le loro storie con il rapper bresciano. Le aspettative nei suoi confronti in vista della nuova partecipazione al Festival erano quindi alte. Per affrontarle al meglio, Mr. Rain si è lasciato ispirare proprio dai frammenti di vita che ha raccolto in questo ultimo anno. Uno in particolare. È proprio lui a raccontarcelo: «Per molto tempo mi sono scritto con un genitore che ha perso due figli, entrambi miei fan. È da lì che è partita Due altalene. Ma poi per completarla ci ho messo mesi, durante i quali ho elaborato tutte le mail, lettere e incontri che ho fatto nell’ultimo anno. Mi sono sentito una spugna, che ha assorbito emozioni, sentimenti e anche lacrime. Momenti intensi, che mi hanno spaccato il cuore e fatto maturare, accrescendo in me la necessità di far fuoriuscire tutte queste sensazioni trasformandole in musica».

Il risultato però è stato notevole e apprezzato: alla terza serata Due altalene è infatti riuscita a entrare nella top 5, scalzando candidati accreditati come Diodato e Negramaro. «In tutta verità, non penso alla classifica» ribadisce il nostro interlocutore. «Tanto che, quando ho scritto questa canzone, non pensavo ancora alla partecipazione al Festival. Quella è stata semplicemente la conseguenza di un percorso incredibile, che nell’ultimo anno mi ha permesso di fare cose che non pensavo possibili, come andare dal Papa e addirittura tradurre Supereroi in spagnolo. Ma ripeto, non ho fatto tutto questo per cavalcare un’onda bensì per elaborare le mie riflessioni, che mi hanno fatto capire l’importanza dei messaggi che posso trasmettere a chi mi ascolta».

Si percepisce la sincerità di queste affermazioni dal linguaggio del corpo: mentre parla, seduto su una delle due altalene usate nella scenografia, Mr. Rain mostra tutta la sua commozione. C’è però il rischio di scadere nella retorica, rimanendo incastrati nell’immagine e nel personaggio per forza positivo, per forza «Supereroe» appunto. «Me ne rendo conto. Ma io sono davvero così, anche perché sono cresciuto con tre sorelle più piccole e ho sempre coltivato questo istinto protezionistico, cercando di trasmettere loro messaggi positivi. Volevo essere un buon esempio per loro: adesso che ne ho la possibilità, vorrei esserlo per tutti».

In questo articolo: