Rassegne

Tutti pronti per Estival 2025, radicato patrimonio musicale

Inizia questa settimana la kermesse luganese, con il suo ricco panorama di proposte in cui convivono nomi noti a livello internazionale e artisti emergenti della scena svizzera - Il premio alla carriera andrà al gruppo vocale dei Take 6
Il premio alla carriera, assegnato ogni anno dal nostro giornale, andrà alla celebre formazione «a cappella» dei Take 6. © John Abbott
Alessandro Zanoli
08.07.2025 06:00

«Continuiamo a chiamarlo Estival!» ci esorta con una divertente enfasi, il suo maestro di cerimonie e patron, Jacky Marti. Il fatto che la manifestazione luganese abbia trovato una nuova collocazione all’interno della programmazione estiva del Comune di Lugano non può certo far dimenticare la lunga avventura percorsa dal festival durante vari decenni.

Marti continua il suo racconto: «Come ho già ricordato varie volte, Estival era nato alla fine degli anni 70 da una constatazione mia e di Andreas Wyden: era ora di smettere di lamentarsi che a Lugano non succedeva mai niente. Bisognava rimboccarsi le maniche e far “succedere” quel qualcosa. Dopo aver organizzato vari concerti davvero storici nella sala di Trevano, e poi al Palacongressi, abbiamo trovato il modo di organizzare i primi concerti in Piazza, e da subito il pubblico ha risposto con grande entusiasmo».

Per quello che riguarda chi scrive, e gran parte dei membri della sua generazione, Estival ha rappresentato un eccezionale workshop gratuito, durato decenni. I ricordi sono moltissimi e vanno di pari passo con una sempre maggiore «full immersion» nella scena jazzistica internazionale. Sul palco di Piazza Riforma nel corso degli anni sono successe troppe cose «indimenticabili», ed è impossibile enumerarle. Viene da pensare, così raccogliendo i ricordi alla rinfusa, alla consacrazione di giovani musicisti che in seguito sono diventati vere star, come Bobby McFerrin (chi c’era quando aveva improvvisato un’estemporanea attraversata della platea, invitando il pubblico a cantare con lui? e dopo qualche mese nelle radio di tutto il mondo si sentiva risuonare il suo Don’worry be happy?) oppure al fenomenale concerto dello Zawinul Sindycate del 2007, finito poi su un disco da Grammy.

Certo, il festival non è andato immune da discussioni, una delle più ricorrenti era centrata sulla sua gratuità. Il seguito del pubblico, all’inizio relativamente ristretto agli appassionati, si è progressivamente esteso, e l’allargamento del programma a formazioni più «pop» ha creato a volte qualche assembramento fin troppo rumoroso. A più riprese si è sollecitata una selezione della platea, con l’introduzione di un biglietto d’entrata. I primi ad essere contrari erano proprio gli organizzatori, ma in questa nuova versione di Estival, oggi, infine i biglietti sono stati introdotti, per una platea selezionata. A chi li acquista sono riservati i posti tra le transenne antistanti al palco. Rimane gratuita, invece, la possibilità di assistere ai concerti dalla piazza.

E se la formula di accesso quindi si è modificata, la qualità della programmazione è certamente quella di sempre, con un’attenzione da un lato alle proposte più recenti in campo musicale internazionale, e dall’altro invece con l’invito a artisti dalla fama consolidata e «stellare» nel mondo jazzistico.

Davvero occorre dare atto a Wyden, Marti e ai loro collaboratori di avere da sempre mantenuto le «antenne dritte» sul panorama musicale «globale» e, grazie anche al generoso sostegno dei loro sponsor, di aver potuto scegliere in un vivaio veramente ampio di generi e stili. Di questa varietà abbiamo in fondo potuto approfittare tutti, appassionati e non.

E del resto, ripercorrendo il prestigioso «albo d’oro» della manifestazione, fa un bell’effetto vedere accostati tra loro i nomi di grandissimi interpreti passati alla storia del jazz (Chet Baker, Keith Jarret, Miles Davis, Ray Charles, Phil Woods, Zawinul, Wayne Shorter, Herbie Hancock, Chick Corea, ecc. ecc. ecc.) con quelle di varie formazioni e solisti di casa nostra, passati sullo stesso palco. Nei ricordi si affaccia ora in particolare l’eccezionale trio tra Art Blakey, Oliviero Giovannoni e Guido Parini, una delle iniziative apparentemente più impossibili, ma veramente successa, e le numerose presenze sul palco di Franco Ambrosetti (e poi addirittura di suo padre Flavio) accompagnato di volta in volta da sparring partner d’eccezione. E un ricordo speciale va anche a Riccardo Garzoni, pianista il cui nome è oggi forse troppo dimenticato.

In questo senso, va riconosciuto al festival di aver contribuito al mantenimento dell’ecosistema jazzistico ticinese a livelli davvero eccellenti, un patrimonio che dal glorioso festival di Lugano degli anni 60, è arrivato fino ad oggi e che, per nostra fortuna, possiamo ritenere assolutamente unico e invidiabile.

Dalla A di Alina alla Z di Zatta: il programma

Estival 2025 si terrà su due palchi. Da un lato la scena principale su Piazza Riforma, in cui si esibiranno giovedì 10 luglio i big Alina Amuri, Al di Meola con l’OSI e Patax, venerdì 11 Kurt Elling con gli Yellowjackets, i Take 6 e Candy Dulfer, sabato 12 luglio Gonzalo Rubalcaba, Jack Savoretti e Youssou N’Dour. Sul palco in Piazza Manzoni, invece, si alterneranno varie band attive sulla scena svizzera, come Lady Bazaar, Daoud, il 10 luglio, Pilar Vega, Naomi Lareine l’11, I Nova di Christian Zatta e Jamila il 12 luglio.