Musica
La diretta
Fuori Australia e Cechia– Sul palco ancora la Svizzera, con il concetto di tempo associato agli orologi – Tutte le pagelle di CdT.ch
LIVE

23:24
23:24
Ecco i 10 finalisti
Dopo una serata dai ritmi serrati, ecco i Paesi qualificati alla finale di sabato:
– Lituania
– Israele
– Armenia
– Danimarca
– Austria
– Lussemburgo
– Finlandia
– Lettonia
– Malta
– Grecia
Come la prima, anche la seconda semifinale di Eurovision 2025 è stata ricca di spunti e (anche) buona musica. Grazie per averci seguito. Vi diamo appuntamento a sabato per la finale. Buonanotte.
23:10
23:10
Quando la pandemia fermò Eurovision
Nel 2020, per la prima e unica volta nella storia, Eurovision fu costretto a fermarsi. L’edizione, infatti, venne annullata a causa della pandemia. Uno smacco, per i cantanti allora in gara. Alcuni di loro, a distanza di cinque anni, sono stati invitati sul palco di Basilea per riprendersi ciò che la pandemia aveva loro tolto: l’emozione del pubblico. Fra gli artisti richiamati anche lo svizzero Gjon.
22:49
22:49
La Svizzera ancora al centro
Dopo «Made in Switzerland«, siparietto riuscito in occasione della prima semifinale, il nostro Paese è nuovamente al centro di uno show nello show: al centro, il concetto di tempo associato agli orologi (una delle eccellenze elvetiche) e se vogliamo anche alla relatività. O, se preferite, a ciò che tutti noi facciamo con e del tempo.
22:38
22:38
Erika Vikman – Ich komme
Il titolo (in tedesco) parla chiaro e la grinta pure: Erika arriva con tutta l’energia di un tornado finlandese e non si tira indietro. La canzone spinge forte, tra beat moderni e un’attitudine da vera performer che conquista. Certo, non è il classico tormentone da Eurovision, ma ha personalità da vendere e quel fascino un po’ dark che fa vibrare. Una sorpresa positiva, che lascia il segno più di quanto ci si aspetti. VOTO 7
22:33
22:33
Princ – Mila
Fisico asciutto e cuore da teddy bear, Princ arriva sul palco con una dolcezza irresistibile. Peccato che la canzone sia un vero e proprio buco nero della memoria: nessun ritornello, nessuna melodia che resti, solo un tappeto sonoro anonimo che si dimentica prima ancora di finire. L’energia c’è, ma si disperde nel nulla. Un’occasione sprecata che ti fa dire: «Passiamo oltre, grazie». VOTO 3
22:30
22:30
Abor & Tynna – Baller
Un violoncello tra le braccia e un rave in testa. Abor & Tynna mischiano archi classici e techno da club con una convinzione quasi mistica. L’esperimento è curioso: l’inizio promette profondità, poi parte il beat e sembra di entrare in un locale berlinese frequentato da studenti di conservatorio. Non sempre l’incastro funziona, ma il coraggio c’è, e il groove pure. Un mix che magari non conquista tutti, ma almeno ci prova con stile. VOTO 6
22:24
22:24
Yuval Raphael – New Day Will Rise
C’è una storia fortissima dietro, e si sente tutta in ogni sguardo e respiro. Yuval canta con la dignità di chi ha attraversato l’inferno e non cerca l’applauso, ma una forma di rinascita. Il brano mescola lingue e intenzioni, ma non riesce a trovare una traiettoria precisa: resta sospeso, forse troppo. Tuttavia l’interpretazione è intensa, autentica, difficile da dimenticare. Il nuovo giorno forse inizia a farsi vedere all’orizzonte. VOTO 6
22:19
22:19
Laura Thorn – La poupée monte le son
Una Barbie post-yéyé che si è laureata in sociologia e ora balla al Club Med con una consapevolezza inquietante. Laura gioca con l’immaginario rétro come una bambola indemoniata, ma lo fa con intelligenza, groove e un ritornello killer che ti si incolla addosso come crema solare economica. È pop, è teatro, è farsa futurista. E ci caschi dentro. VOTO 8
22:17
22:17
Adonx – Kiss Kiss Goodbye
Classe da vendere, voce vellutata con quell’impasto ruvido che sa di Hozier sotto anfetamina stilistica. Adonx è un vero player: tiene il palco con una naturalezza da consumato performer e regala un pezzo raffinato, ben costruito, che non ha bisogno di effetti speciali per colpire. C’è anima, c’è tiro, c’è un certo fascino crepuscolare che potrebbe funzionare ovunque. E infatti funziona anche qui. Kiss kiss, e pure grazie. VOTO 7
22:12
22:12
Sissal – Hallucination
La regina dell’electro-glaciazione arriva in pelliccia sintetica e ti congela il cuore a colpi di synth. «Hallucination» è pura scandinavia notturna: linee elettroniche ipnotiche, estetica da rave in tundra e quel mix di freddezza e potenza che ti fa ballare col maglione addosso. Il kitsch è voluto, curato, studiato. Su le mani? Anche le nostre, per applaudire. VOTO 8
22:06
22:06
Louane – Maman
La Francia si concede una pausa di dolce malinconia, e Louane la canta come una carezza che nasconde una ferita. «Maman» è intima, struggente, quasi sussurrata, e quella sabbia che scivola tra le dita (anche se in realtà è sughero) è una metafora fin troppo chiara: il tempo che sfugge, l’infanzia che resta negli occhi. Già in finale, ma non per questo si risparmia. Nessuna piroetta, nessun colpo di teatro: solo cuore e una lacrima ben calibrata. Très bien. VOTO 7
21:59
21:59
Mariam Shengelia – Freedom
L’inizio sembra un atto solenne del musical «Georgia – Il Risveglio», con tanto di mantello, pathos e orchestra virtuale. Mariam ha voce, presenza e quel gusto per il dramma che sfiora la telenovela caucasica. Poi si libera del primo abito come fosse un vincolo geopolitico e ci infila l’inglese: il respiro si fa più ampio, ma la zavorra resta. L’intenzione c’è, l’esecuzione anche mentre la leggerezza non è arrivata nemmeno in valigia. VOTO 5
21:54
21:54
Miriana Conte – Serving
Sì, sta «servendo». Ma che cosa, esattamente? Sfacciataggine ce n’è da vendere, il brano però è una fotocopia sbiadita di dieci hit passate, la scenografia sembra uscita da un tutorial su come NON usare i LED, e l’attitudine da diva in saldo non basta a salvare il tutto. Un’esibizione che vorrebbe dominare il palco, ma finisce per perdercisi dentro. Più che «servire», forse è il caso di sparecchiare. Grazie, avanti un altro. VOTO 1
21:50
21:50
Katarsis – Tavo akys
Arrivano come se avessero sbagliato palco e cercassero ancora il Primavera Sound, ma poi ti prendono. L’indie si fonde con un post punk che sa di freddo baltico e birre artigianali bevute in silenzio, poi il ritornello ti sveglia con un pugno di adrenalina. Ipnotici, sì, ma anche un po’ spaesati tra le paillettes eurovisive. Fuori contesto? Forse. Fuori luogo? No. Il loro perché ce l’hanno. E se non lo capisci subito, magari è colpa tua. VOTO 6
21:46
21:46
Klavdia – Asteromata
Un’elegia stellare che pesa come un addio e brilla come un ricordo. Klavdia non urla, ma incide: voce calda, presenza intensa, e una scenografia che sembra costruita per contenere tutto il dolore di una diaspora. Si sente che c’è una storia vera dietro, forse troppo per una serata che alterna milkshake e lustrini. Ma lei regge, emoziona, e ci ricorda che l’Eurovision può ancora toccare il cuore prima del televoto. VOTO 7 (di rispetto)
21:42
21:42
Remember Monday – What The Hell Just Happened?
Il titolo del brano è perfetto: ce lo siamo chiesti tutti, che cosa sia successo. Tre Spice Girls ordinate su Wish che sembrano provare in una sala prove affittata all’ultimo minuto, con energia da addio al nubilato e look da festivalino country nel Kent. Già in finale, quindi zero voglia di impressionare. Voce incerta, coreografia evanescente, presenza scenica tipo: «ci vediamo sabato, ciao». E noi, invece, vorremmo solo dimenticare che sia mai successo. VOTO 2
21:33
21:33
JJ – Wasted Love
Il tenore da club che non sapevamo di volere. JJ salta dal do di petto al drop come se fosse la cosa più naturale del mondo, con la grazia di Bocelli e il beat di una serata a Berlino Est. La performance è un azzardo totale, ma tiene: voce imponente, presenza magnetica, e quel mix opera-techno che ti confonde ma ti conquista. È come vedere Pavarotti al Tomorrowland. E no, non è una critica. È un’esperienza mistica da after lirico. VOTO 9
21:30
21:30
Parg – Survivor
Il fisico c’è, la canzone… no. Parg arriva come un Adone dell’Ararat, ma appena apre bocca ti chiedi se per caso abbia preso in ostaggio una demo scartata da un reality del 2011. Il sound è un mix confuso di già sentito, e quel ritornello? Talmente simile a una hit famosa che viene voglia di chiamare l’ufficio copyright. Sopravvive, sì, ma solo grazie al fumo, agli addominali e alla memoria corta del televoto. VOTO 3
21:25
21:25
Tautumeitas – Bur man laimi
Echi di Enya che si mescolano a un rituale pagano sotto il cielo baltico. Le Tautumeitas portano sul palco l’anima antica della Lettonia, ma la vestono di un pop etereo, quasi ipnotico. Le voci si intrecciano come corone di fiori nel vento, e la performance è un incantesimo che – per una volta – non ha bisogno di paillettes per brillare. Un etno-pop d’autore che non si scusa della sua origine, ma la canta a gran voce. Coraggio premiato. Applausi. VOTO 8
21:19
21:19
Emma – Laika Party
Un rave per cagnolini spaziali sperduti tra Ibiza e la Costa Brava, con sound anni ’90 e luci stroboscopiche da after sbronza. Emma sa quello che fa: prende l’Eurovision per la coda fluorescente e lo porta in gita Erasmus. È divertente, sì, ma solo se hai già bevuto il terzo gin lemon e non ti ricordi più in che nazione sei. Il pezzo ti investe come un pullman di inglesi in infradito. Però balli. Contro la tua volontà, ma balli. VOTO 6
21:16
21:16
Nina Zizic – Dobrodošli
Benvenuti… nel 2003. Se non prima. Nina fa tutto bene: voce solida, outfit da gran dama dell’Est in crociera sul Danubio, scenografia che sembra presa da un musical jugoslavo in replica su TeleCapodistria. Ma il pezzo? Un déjà-vu stanco, che gira in tondo come una ballerina carillon con la molla scarica. Professionale, ma scolorita. Come un profumo lasciato troppo tempo aperto: elegante, ma ormai evaporato. VOTO 4
21:11
21:11
Go-Jo – Milkshake Man
Più che un milkshake, un frullato di doppi sensi servito con cannuccia rosa shocking e scenografia da televendita anni Settanta. Il ritmo incalza come un’offerta a tempo, la trovata è kitsch ma consapevole. Una via di mezzo tra Mika in overdose di zuccheri e uno spot vintage di elettrodomestici. Ti resta in testa, per quanto tu cerchi di sciacquarti le orecchie. VOTO 7
20:50
20:50
La scaletta
La seconda semifinale dell'Eurovision Song Contest (ESC) si terrà questa sera a Basilea. Fra i concorrenti si esibiranno anche due dei favoriti (secondo fan e agenzie di scommesse), la francese Louane e il controtenore austriaco JJ. Stando alle agenzie di scommesse, anche Israele si qualificherebbe per la finale. Yuval Raphael.
La Finlandia e Malta sono rappresentate da due artiste popolari che hanno fatto parlare molto di sé. Con Ich komme, la giovane finlandese Erika Vikman propone uno spettacolo energico che celebra la liberazione e il piacere femminile, mescolando la disco finlandese con musica elettronica. La cantante maltese Miriana Conte ha dovuto cambiare il titolo della sua canzone a causa della somiglianza con l'ingiuria misogina inglese cunt. Tenterà quindi di aggiudicarsi un biglietto per la finale con Serving.
Sarà di nuovo il pubblico a determinare i dieci partecipanti che potranno accedere alla finale di sabato. Gran Bretagna, Francia e Germania fanno parte delle «Big Five» e sono automaticamente qualificate per la finale.
La seconda semifinale – con le presentatrici Hazel Brugger e Sandra Studer – si chiama «Eurovision Fans» e intende essere una festa per tutti coloro che amano il concorso, mentre la prima con il tema «Welcome home» voleva essere un omaggio alla Svizzera, luogo di nascita dell'ESC.
Questa sera si esibiranno i restanti 16 dei 37 Paesi in gara, e i 10 artisti che riusciranno a superare la selezione potranno esibirsi – insieme ai 10 cantanti già scelti martedì, ai cinque Big Five e alla Svizzera, Paese ospitante – nel corso della finale della kermesse, in programma sabato 17 maggio.
L'ordine di esibizione:
1. Australia - Go-Jo Milkshake Man
2. Montenegro - Nina Žižić Dobrodošli
3. Irlanda - Emmy Laika Party
4. Lettonia - Tautumeitas Bur man laimi
5. Armenia- Parg Survivor
6. Austria - JJ Wasted Love
7. Regno Unito (non in gara, già qualificato per la finale) - Remember Monday What the Hell Just Happened?
8. Grecia - Klavdia Asteromata
9. Lituania - Katarsis Tavo akys
10. Malta - Miriana Conte Serving
11. Georgia - Mariam Shengelia Freedom
12. Francia (non in gara, già qualificato per la finale) - Louane Maman
13. Danimarca - Sissal Hallucination
14. Cechia - Adonxs Kiss Kiss Goodbye
15. Lussemburgo - Laura Thorn La poupée monte le son
16. Israele - Yuval Raphael New Day Will Rise
17. Germania (non in gara, già qualificato per la finale) - Abor & Tynna Baller
18. Serbia - Princ Mila
19. Finlandia - Erika Vikman Ich komme