Il caso

Zelensky a Sanremo, e scoppia la polemica

Dal leghista Salvini al dem Cuperlo: pioggia di critiche per il video del presidente ucraino previsto nella serata finale del Festival
© KEYSTONE / GIAN EHRENZELLER
Red. Online
27.01.2023 18:18

L’intervento di Volodomyr Zelensky previsto nella serata finale del Festival di Sanremo spacca l’opinione pubblica italiana. Nonostante l’intenzione della RAI di tirare dritto per la propria strada, si moltiplicano le voci critiche verso la decisione di mandare in onda un video registrato che ha per protagonista il presidente ucraino, già apparso sugli schermi di altri eventi dello spettacolo, come la Mostra del cinema di Venezia o i Golden Globes. Il gruppo di politici, e non, avversi alla scelta della televisione pubblica italiana è decisamente eterogeneo: si va dal ministro leghista Matteo Salvini al deputato del PD Gianni Cuperlo. Il ministro Salvini è stato tra i primi a mostrare scetticismo sull’operazione sanremese. Ospite al programma di LA7 «Otto e mezzo» ha dichiarato: «Se avrò dieci minuti di tempo per vedere il Festival di Sanremo, vedrò le canzoni, non Zelensky. Se Zelensky ha il tempo di andare agli Oscar o al Festival di Sanremo, lo sa lui. Ogni contesto merita serietà, anche Sanremo. Mi chiedo quanto sia opportuno che il festival della canzone italiana abbia un momento con la guerra e le morti in corso, non mi sembra che le cose vadano d’accordo».

Il vicepresidente della Camera Maurizio Gasparri (Forza Italia) ha invece riferito di trovare «sorprendente l’accostamento tra i balletti e le canzoni di Sanremo con l’aggressione all’Ucraina». Dubbi anche dal leader di Azione Carlo Calenda, che in un tweet ha commentato: «Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del presidente di un Paese in guerra». Non è mancata poi la presa di posizione del leader del M5S Giuseppe Conte, al termine dell’incontro sulle riforme con la ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati: «Io sono stato molto contento quando il presidente Fico ha invitato il presidente Zelensky alla Camera, dove ha potuto esprimere le sue ragioni in Parlamento. Non credo che sia così necessario avere Zelensky in un contesto così leggero come quello di Sanremo». L’ex deputato pentastellato Alessandro Di Battista è stato decisamente più duro nei toni, definendo il video di Zelensky «una ridicola buffonata». Di Battista è uno dei firmatari del manifesto con cui un gruppo di intellettuali (tra loro citiamo lo storico Franco Cardini, il giurista Ugo Mattei, l’autore televisivo ed ex direttore di RAI2 Carlo Freccero, il giurista Joseph Halevi e l’attore e musicista Moni Ovadia) ha presentato la decisione di scendere in piazza a Sanremo l’11 febbraio, giorno della messa in onda del filmato in cui parla il presidente ucraino.

Vittorio Sgarbi, dal canto suo, non ha risparmiato una punta di ironia: «Zelensky farebbe bene a non partecipare a Sanremo per non essere utilizzato come una velina da Amadeus», ha dichiarato il sottosegretario alla Cultura ad Affaritaliani.it. Secondo Sgarbi il rischio di strumentalizzazione è molto elevato: «Il dramma del popolo ucraino è ormai noto in tutto il mondo, Italia inclusa, e non può essere utilizzata la presenza di Zelensky al Festival per cercare un maggior successo in termini di ascolti». Come detto, non sono mancati dubbi anche nel PD. Il deputato dem Gianni Cuperlo è stato netto: «Zelensky a Sanremo? No. È una guerra. La gente muore. La RAI vuole dare voce al presidente di un paese invaso che si difende? Mandi in onda un messaggio del presidente dell'Ucraina alle 20.30 di una sera a reti unificate. Ma non confondiamo la tragedia con l'audience. Per pietà».

Tra chi difende la scelta di Amadeus, i media italiani citano il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che ha affermato: «È una scelta dei curatori, non ci trovo nulla di scandaloso»; il sindaco di Firenze del PD Dario Nardella, secondo cui: «È un gesto di attenzione e di solidarietà al popolo ucraino»;  il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, che ha parlato di «un modo per essere vicini agli ucraini che difendono la loro libertà e la loro scelta europea e, dunque, i nostri valori, ascoltando la voce delle legittime istituzioni di Kiev»; e il deputato del PD Matteo Orfini, che ha dichiarato: «Ma davvero è così difficile capire (anche a sinistra) che ha senso Zelensky a Sanremo proprio perché non è un contesto informativo? E che da sempre il Festival è anche un luogo dove si veicolano messaggi e temi importanti?».

Insomma, il rischio che la canzone vincitrice del Festival venga offuscata dalla presenza del presidente ucraino è decisamente alto.

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