Mussolini spedì oro in America

Non si fidava di Hitler nonostante il Patto d'acciaio
AtseAnsa
13.06.2010 16:58

Pur avendo appena firmato con la Germania di Hitler il Patto d'acciaio, nel maggio del 1939, Benito Mussolini nutriva più di qualche dubbio sulla reale lealtà dell'alleato. Così, mentre si preparava a dichiarare guerra a Francia e Gran Bretagna, in gran segreto spostava tonnellate di oro verso gli Stati Uniti. Quello che il Duce temeva, e che si verificò nel 1943, era che i nazisti potessero depredare le riserve auree italiane conservate nei caveau della Banca d'Italia. Il retroscena viene svelato sul settimanale italiano «Gente» che pubblica una lettera che l'allora governatore della Banca d'Italia Vincenzo Azzolini scrive, il 2 marzo 1940, al ministro degli Scambi e valute (cioè del Commercio estero) Raffaello Riccardi. Si parla dei dettagli per la spedizione di un carico di 2500 chili di oro fino inviati a New York con la nave Rex il 6 marzo 1940. Seguirono altri carichi fino all'ultimo, il 2 maggio, con il quale l'Italia arrivò a mettere segretamente al sicuro in America 25 tonnellate d'oro, dalle quali poté realizzare 27 milioni di dollari, 541 milioni di lire dell'epoca. I particolari sono emersi dall'archivio dell'allora ministro Raffaello Riccardi, che resse il dicastero dal 1939 al 1943, conservati alla Wolfsoniana di Genova, la collezione del miliardario di Miami Mitchell Wolfson Riccardi.«Il governo degli Stati Uniti - si legge nel documento - non ha finora preso disposizioni concernenti il blocco dei depositi degli Stati belligeranti. Ha preso soltanto disposizioni per quanto riguarda i depositi degli Stati occupati congelando i relativi fondi». E le cose tali restarono fino all'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940.