Negli USA scattano le vendite di un dispositivo rivoluzionario

«Alcuni aficionados hanno bivaccato davanti all’ex ufficio postale Art Deco di Soho, a New York, diventato Apple Store, da diversi giorni. Altri, pochi chilo metri più a nord, hanno fatto lo stesso di fronte al cubo in vetro trasparente che segna l’ingresso del nuovo Apple Store della Quinta strada, quello aperto 24 ore al giorno, proprio di fronte al mitico (ex) hotel Plaza, ai margini di Central Park. Volevano essere i primi ad acquistare l’iPhone, il telefonino multimediale della casa di Cupertino, le cui vendite negli Stati Uniti sono iniziate ieri. Con l’iPhone la Apple di Steve Jobs punta a fare il bis realizzato nel 2001 con l’iPod, il piccolo lettore musicale più venduto al mondo. L’attesa per l’iPhone è frenetica e gli investitori pensano che alla fin fine la casa californiana riuscirà a conquistare il 10 per cento del mercato dei telefonini, con ottimi risultati di bilancio per le casse del colosso informatico. È successo proprio così con l’iPod: al momento del lancio del piccolo lettore il titolo del gruppo di Jobs valeva pochi dollari, ora è intorno ai 120 dollari. Una crescita vertiginosa». Con queste parole, nell’edizione del 30 giugno 2007, il «Corriere del Ticino» riferiva dell’avvento sul mercato – con le vendite al pubblico che avevano preso il via il giorno precedente negli USA – dello strumento tecnologico tascabile che in breve tempo avrebbe rivoluzionato la vita quotidiana di tutti noi. Ossia lo smartphone capace di fare di tutto e di più che era stato presentato da Steve Jobs il 9 gennaio di quell’anno a San Francisco.
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