Oliver Stone: ritorno a Wall Street

«Nel mio primo film fare denaro era sexy e tutti quelli che erano agenti di borsa in quel periodo e che in parte già vedevano le cose in quel modo, hanno pensato che fosse giusto farne il più possibile, ma nessuno voleva andare in galera come Gordon Gekko. Così alcuni sono diventati delle stupide canaglie, ma altri si sono salvati e di questi, ce ne sono stati molti, che da persone perbene, hanno fatto un buon lavoro e ciò è riconfortante, perché abbiamo bisogno di Wall Street». Così il regista Oliver Stone parla del suo nuovo film Wall Street. Il denaro non dorme mai nell'intervista che pubblichiamo sul CdT di oggi. Sono passati 23 anni dal primo film che ha visto Michael Douglas vestire i panni del cinico e spietato «mago della finanza» Gordon Gekko, ma la grande domanda che affiora fin dalle prime immagini di Il denaro non dorme mai è proprio questa: quanto è cambiato Gordon Gekko e, di conseguenza, quanto è cambiata Wall Street? Nel prologo, datato 2001, Stone fa di tutto per farci credere al fatto che il suo personaggio sia ormai un altro. Lo ritroviamo però sette anni più tardi nei panni dell'autore di un libro di successo intitolato, guarda caso, L'avidità è buona. Gekko è vivo, è pieno di rancore, ma nell'ambiente che conta viene ormai considerato un fallito. Come aveva fatto nel primo film, anche questa volta Stone introduce la figura di un giovane operatore finanziario: Jake Moore (Shia LaBeouf) non è però un rampante che vuole raggiungere il successo a tutti i costi, ma si può permettere di avere degli ideali ecologici e di essere il fidanzato di Winnie (Carey Mulligan), la figlia di Gekko che ha rotto da tempo i ponti con il padre. Soprattutto quest'ultimo elemento complica a dismisura la trama del film, poiché introduce un complesso discorso sulla relazione tra padri (biologici ma non solo) e figli che era già presente nel Wall Street del 1987 e che rimanda inevitabilmente all'autobiografia del regista, il cui genitore ha lavorato per oltre trent'anni come agente di borsa proprio a New York. Ma quelli erano tutt?altri tempi e per dimostrarcelo, nella prima parte del film, Stone ci narra dal di dentro (usando nomi fittizi) il fallimento della banca d'affari Lehman Brothers nel 2008. Un evento che farà perdere a Jake non solo il lavoro ma anche la figura paterna di riferimento. Padre cercasi, quindi, ed ecco che il giovane incrocerà, non certo per caso, la strada di Gekko e cercherà di convincere anche Winnie a tornare sui propri passi. Con tutte le conseguenze del caso...