Il fenomeno

Quando Halloween è diventato Halloween

Per i bambini di mezza Europa è ormai quasi la festa principale, sulla spinta di film, cartoni animati e merchandising vario, ma non è sempre stato così ed è interessante ricordarlo
© AP Photo/Mindaugas Kulbis
Stefano Olivari
31.10.2023 12:30

Da quando Halloween è diventata una nostra festa? Per i bambini di mezza Europa è ormai quasi la festa principale, sulla spinta di film, cartoni animati e merchandising vario. Ma non è sempre stato così ed è interessante ricordarlo perché, come per tante altre cose, anche per Halloween e l’ossessione per le zucche ci siamo un po’ tutti trovati di fronte al fatto compiuto.

Carpenter

Nessun mezzo di informazione italiano o ticinese ha mai citato Halloween fino alla fine degli anni Settanta. Certo qualcuno che era stato negli Stati Uniti o in Inghilterra ne aveva sentito parlare, i più attenti ricordavano anche qualche episodio dei Peanuts, ma per il resto niente fra gli adulti e tanto meno fra i bambini. Un piccola svolta nel 1979, quando in Europa uscì Halloween – La notte delle streghe, il film di John Carpenter, con Donald Pleasence ed una giovane Jamie Lee Curtis, in realtà girato l’anno prima. Al di là del culto postumo, all’epoca fu trattato come un B-Movie, un horror del sottogenere slasher, prodotto in economia e con un successo dato dalla colonna sonora e dalla protagonista, figlia della Janet Leigh (oltre che di Tony Curtis) che tutti ricordano in Psycho. Un film a cui ne sarebbero seguiti altri 12, fra sequel (il più recente l’anno scorso, ancora con la Curtis che però non c’è stata in tutti), ma che al di là degli aspetti cinematografici fece entrare Halloween nella testa di tante persone, che iniziarono ad associarlo a situazioni paurose (il film si si svolge, così come l’antefatto del 1963, il 31 ottobre) o comunque di tensione.

Millennio

Il passaggio da festa per americani, al massimo inglesi, a qualcosa di ‘nostro’ è della fine degli anni Novanta, grazie alle nascenti discoteche, sempre alla ricerca di pretesti per festeggiare qualcosa, meglio se con un tocco di esterofilia. Così per i ragazzi più cresciuti Halloween diventò quasi un altro modo per dire Ognissanti, di cui era ed è la vigilia. Il passaggio ai bambini è avvenuto alla fine dei Novanta, in pieno spirito del tempo, spinto da una narrativa (su tutto ovviamente Harry Potter e il suo clamoroso successo) e da cartoni animati basati su maghi, maghetti ed in generale con la morte evocata in maniera leggera, come un qualcosa che dovesse fare paura a bambini ma che alla fine era un gioco. La morte come scomparsa, non come sofferenza. È dei primi anni Zero l’esplosione, anche nelle classi di età più giovani, della Halloween-mania, che poi si è saldata con tantissime produzioni in cui Halloween è citato saltuariamente (da Peppa Pig e Bing in giù, gli episodi di Halloween non mancano davvero mai) o altre in cui si parla di Halloween tre mesi prima del tempo, come in Steve e Maggie. Il resto lo hanno fatto le zucche, con gare per raccoglierle e decorarle. Si può quindi dire, schiacciando il tasto della seriosità, che Halloween con il suo misto di Carnevale e commemorazione dei defunti ha reso la morte un concetto comprensibile anche dai bambini.

America

Va da sé che fin dagli anni Settanta Halloween sia stato osteggiato da quella parte di destra e di sinistra che fa dell’anti-americanismo una bandiera, ma che le origini cambino a seconda di quando vogliamo iniziare la storia. Perché se partiamo dalla metà dell’Ottocento allora possiamo dire che le usanze della All Hallows Evening (cioè la sera di tutti i santi) siano state portate negli Stati Uniti dagli emigranti irlandesi (la festa era molto diffusa anche in Scozia) e che si siano saldate ad usanze simili di altri gruppi di immigrati, fra cui gli italiani. Tutto questo, rielaborato, sarebbe poi arrivato negli anni Cinquanta del Novecento in Inghilterra e poi, come tante altre mode, nel resto d’Europa. La differenza è che Halloween non è più una moda ma una festa sentita da tanti bambini anche per i suoi aspetti di socialità soft. Se poi tutto è degenerato nel consumismo la colpa non è dei bambini, tanto meno dei morti. La differenza fra Stati Uniti ed Europa che ancora c’è a proposito di Halloween è che il ‘Dolcetto o scherzetto?’ in Europa è un fenomeno prevalentemente metropolitano, comunque cittadino.

Religione

Si pensa che fra gli oppositori di Halloween ci sia una parte del mondo cattolico ed in generale cristiano, arrivando alle citazioni di riti satanici (è stato scritto anche questo) o, nella migliore delle ipotesi, pagani visti i punti di contatto con la festa celtica del Samhain. Di sicuro mai il clero cristiano ha guardato con simpatia a questa usanza, nemmeno nelle sue manifestazioni più infantili: anche Papa Francesco non ne è un simpatizzante, per usare un eufemismo. Se nel mondo cristiano ci sono differenti posizioni, quella dell’Islam è pressoché unanime: Halloween è una festa pagana, e oggi rappresenta un segno della degenerazione occidentale. Ed infatti è impossibile trovare feste o anche soltanto citazioni di Halloween nei Paesi o suoi media islamici. In Cina Halloween è festeggiato a Hong Kong, ma anche nel resto del Paese i giovani sanno della sua esistenza visto che ha il permesso di superare il censurato web cinese: certo in quanto simbolo dell’America viene visto con sospetto dal governo, ma finché rimane un giochino per le masse si può tollerare. In Giappone è Halloween è arrivato più tardi che in Europa, intorno al 2010, ma ha subito raggiunto i nostri livelli, così come a Taiwan e nelle Filippine. Paradossalmente, ma nemmeno tanto, si può dire che Halloween rappresenti l’Occidente più di tante festività considerate serie. E fa impressione pensare che fino a vent’anni fa di fatto non esisteva.