La riflessione

Quando Internet ti spiega i tuoi gusti senza conoscerli

L’invadenza degli algoritmi all’interno delle piattaforme dell’intrattenimento (ma non solo in quelle) si sta facendo sempre più marcata e con la scusa di fornirti un aiuto cerca di condizionare, oltre agli acquisti, anche le opinioni
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Roberto Cotroneo
04.03.2021 06:00

La faccenda è davvero seria. Perché spiega bene quello che stiamo diventando. Sembra un piccolo dettaglio, una cosa da niente. Abbiamo in molti un abbonamento a Netflix e siamo sempre di più impegnati a vedere nuovi film oppure serie. E anche su Amazon Prime e in tutte le piattaforme che distribuiscono e rendono fruibili prodotti culturali. Quello che sta accadendo da un anno a questa parte ha accentuato questo interesse. Non si esce la sera, si sta più in casa per ovvi motivi e film e serie sono una risposta immediata e forse più semplice dei libri per abbandonarsi a quello che in italiano si chiama intrattenimento e gli inglesi e gli americani chiamano «entertainment». Ma l’entertainment è qualcosa di più, perché unisce svago, distrazione e affari. È un genere, non è un’azione, una scelta. Dunque qualcosa di diverso. L’entertainment oggi ci avvolge, ci guida, ci distrae, ci consola, ci aiuta a passare le serate e le giornate. Nelle serie e nei film il mondo è ancora quello di prima, non ci sono attori con mascherine, e probabilmente i film catastrofici con gente terrorizzata da pandemie terribili non vanno più tanto di moda.

Scelte a tua insaputa

Ma la faccenda è seria perché Netflix ha da poco rilasciato per piattaforma Android, ma presto anche per tutte le altre, una funzione che si chiama: «Download per te». Ovvero Netflix si allena a capire i tuoi gusti, li perfeziona osservando quello che vedi e quello che scarichi. E poi non solo ti consiglia prodotti analoghi, e questa funzione già esisteva, ma te li scarica direttamente sullo smartphone, in modo che tu possa vederli anche quando non hai la connessione con il wifi. Insomma li hai a disposizione a tua insaputa, e li decide Netflix. Osservando quello che vedi tu.

Il nodo filosofico

Le solite cose di questo mondo. Altrove avevo scritto che Amazon ti consiglia libri simili a quelli che hai già comprato, e non si fa mai venire in mente che magari vorresti leggere qualcosa di diverso. Per cui la sorpresa di un testo che non immaginavi ti finisse tra le mani, e che magari ti apre un mondo, è diventata una possibilità minima. Ma ora questo sistema Netflix apre un nodo filosofico che sarebbe stato difficile da risolvere per molti pensatori e studiosi che ci hanno insegnato le sfumature del gusto e del piacere: da Immanuel Kant a Roland Barthes.

Mettiamola così. Intanto se io intendo vedere tre serie diverse, e tutte tre non mi piacciono, Netflix non fa caso a questo. Mi consiglia altre serie che non mi piacciono. Lui vede l’atto, non il giudizio. A lui non interessa se eravamo disgustati da una brutta sceneggiatura, da una storia che magari non stava in piedi, da attori che non sapevano recitare. Lui vede solo che abbiamo fatto il download. E il download conta, e conta solo quello. Se volevate cercare un paio di sandali da regalare a un amico, e detestate i sandali, e portate solo scarpe inglesi, Google vi proporrà sandali per almeno sei mesi. Se avete sbagliato a vedere una serie, e vi siete ostinati ad arrivare alla fine per capire se magari migliorava. Ecco che non avete scampo. Netflix non solo vi consiglia prodotti analoghi che non vorreste più sentire nominare. Ma addirittura ve li scarica, vi toglie memoria sul Cloud o sul cellulare. E siete costretti a cancellare.

Più eccezioni che regole

Il punto è esattamente questo. Il punto è che il giudizio è un’altra cosa. Il punto è che ci si sbaglia, che le opinioni non sono sempre le stesse. Addirittura che un certo genere vi può piacere in una fase della vostra vita e infastidirvi in un’altra. Ma tutto il mondo del web, applicato alla cultura e all’intrattenimento, si muove su un binario che non è estetico, che non presuppone esista il principio di piacere, la critica del giudizio, ma semplicemente un aspetto numerico. E qui la battaglia si farà durissima. Perché da che mondo e mondo il piacere estetico del testo, del film, della serie, dell’arte ha eccezioni più che regole. Vai al Louvre per la Gioconda e rimani folgorato dalla «Merlettaia» di Veermer. Entri in libreria per comprare un romanzo di Defoe, un classico, e accanto, in ordine alfabetico, trovi un libro di Daniele Del Giudice e scopri un mondo. Vai in un multisala per vedere l’ultimo film del regista da premio Oscar e, siccome non c’è più posto, scegli di entrare nella sala accanto dove proiettano un film minore e meno noto che ti lascia stupefatto per sapienza filmica e bellezza. I percorsi sono eccentrici, ma non sarà facile mantenerli.

La frase è: «Se hai visto etc. etc. potrebbe piacerti...». Oppure: «Se hai comprato La dieta Dukan, allora ci sarebbe La dieta del minestrone, o altre cento diete interessanti». Peccato che vedere e piacere sono due cose diverse. E riguardo alle diete, ti serviva in quel momento, ma sono mesi che invece rileggi il Tolstoj che tenevi in casa. Ma questo vaglielo a spiegare ai maghi dell’e-commerce...

Strani miscugli

E mica c’è solo «Download per te». Netflix sta rilasciando anche un’altra funzione che si chiama «Shuffle Play». Permette agli utenti di riprodurre contenuti in modo casuale. Secondo Netflix servirebbe a «facilitare» la visione. Insomma se non sai cosa guardare ci pensa Netflix. Ovviamente il principio non è diverso dal «Download per te», ma aggiunge un aspetto. Se proprio non hai idea, l’idea te la diamo noi. Naturalmente cercando di capire quello che ti piace. Tu non scegli più. Sceglie lui, clicchi il tasto e parte subito una cosa che ti piacerà. Un po’ come quando sei al ristorante e non apri la carta del menu e dici al tuo ristoratore: fai tu che mi conosci bene. Ma il tuo ristoratore ti conosce davvero. Netflix neanche ti conosce. Eppure ti toglie dall’imbarazzo della scelta. Quella cosa bellissima che è la scelta. Che non dovremo mai lasciare a nessuno.