Quello strano metodo per curare gli ammalati
La Nota
In America hanno scoperto un nuovo metodo di cura per gli ammalati. Il medico, che può essere anche un calzolaio o un sagrestano in pensione, prende l’ammalato e gli ordina di ripetere per un’ora o due al giorno: «Io sto bene, io sto bene!». Dopo qualche giorno si aumenta la dose. Pare che l’ammalato, a furia di ripetersi a voce alta «Io sto bene», finisca a star bene realmente e guarire. Mi piacerebbe vedere l’effetto della cura su uno che ha il mal di denti. Diciamo subito che la cura non ha niente di straordinario e che non è proprio il caso di parlare di scoperta. Da che mondo è mondo la si è sempre praticata, una cura simile, e con successi sorprendenti.
C’è l’ignorante che a furia di ripetersi «Io sono un uomo di talento» finisce a crederlo e magari anche a farlo credere. C’è la canaglia che ripetendo ogni mattino ed ogni questa giaculatoria, «Io sono un galantuomo», dopo qualche tempo diventa convintissimo di essere un uomo di una onestà a diciotto carati. L’uomo vuoto come una boccia da speziale, fatuo come un soffione da prato, si persuade, dopo un po’ di cura, di essere un grande uomo; il girella che ha per carattere una bandieruola, se si mette in testa di essere un uomo tutto d’un pezzo, un uomo di carattere, finisce col crederlo; il letterato pedestre, l’artista scalcinato, non durano fatica a formarsi la convinzione di essere un letterato emerito e un grande artista; la donna brutta come lo può essere solo una donna, può riuscire a giudicarsi una Venere; o stupida come un’oca, a ritenersi una donna intelligente.
Questa cura dell’auto persuasione, grazie alla quale uno riesce a trasformare i propri difetti in virtù, le proprie miserie in meriti insigni, la piccolezza della propria statura in una statura da gigante, è in voga nel mondo, credo, dal giorno della creazione, e non si capisce proprio lo scalpore che vanno menando gli americani per la scoperta di quel medico che cura gli ammalati inducendoli a convincersi, a furia di ripeterselo ad alta voce, di essere sani come pesci.
Gavroche
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