FIT Festival

Riflettere sui problemi della società con un gruppo di «cattive ragazze»

Due prime assolute e tre svizzere alla XXXI edizione al via oggi a Lugano
«Chasing a Ghost» di Alexandra Bachzetsis stasera alle 20.30 dà il via alla kermesse. © Mathilde Agius
Mattia Darni
28.09.2022 06:00

Teatro, danza, performances, spettacoli per bambini, incontri con gli artisti, dj set e workshop: tutto ciò, e molto altro ancora, è la XXXI edizione del festival internazionale del teatro e della scena contemporanea FIT, in cartellone a Lugano, tra il LAC e il Teatro e lo Studio Foce, da oggi fino all’11 ottobre.

Un’edizione in rosa

Quella di quest’anno sarà un’edizione completamente al femminile: protagoniste della rassegna saranno infatti alcune delle più interessanti artiste della scena teatrale e performativa svizzera ed internazionale. «Nei miei ultimi cinque anni di curatela abbiamo fatto delle scelte tematiche andando ad indagare aspetti fondamentali riguardanti il contemporaneo», esordisce la direttrice artistica Paola Tripoli. «Con l’edizione corrente, invece, abbiamo voluto cambiare prospettiva abbandonando l’approccio tematico a favore di una riflessione sull’esistenza o meno di una questione femminile nell’arte».

In scena, insomma, andranno tredici «cattive ragazze». «Ho preso in prestito l’espressione da una frase dell’attrice Mae West che disse: “Le brave ragazze vanno in Paradiso. Le cattive ragazze vanno dappertutto”», svela la nostra interlocutrice. «Mae West fu una sorta di femminista ante litteram dato che volle sempre scegliere personalmente i propri partner cinematografici».

Compito delle protagoniste del FIT Festival non sarà tanto dire il «cosa» quanto, piuttosto, il «come». «Quello che ci interessa è in che modo vengono raccontate le cose», rivela Paola Tripoli. «Ovvero: esiste una lingua donna? Il gentil sesso ha un modo idiosincratico di esprimersi? È a queste domande che vogliamo provare a rispondere».

Si aprono le danze

L’edizione 2022 del festival si inaugura stasera alle 20.30 sul Palco Sala Teatro del LAC con la performance di danza Chasing a Ghost di Alexandra Bachzetsis. Artista svizzera di origini greche considerata una delle coreografe più provocatorie e innovative del nostro tempo, Bachzetsis propone il corpo come una lente artistica e critica attraverso la quale guardare alla produzione contemporanea di immagini ed esplorare il concetto di identità e di corpo politico. Nello spettacolo, la performer collabora con quattro danzatori e due pianisti per creare una serie di dieci duetti che ruotano attorno al concetto di doppio attingendo dalla cultura popolare, dalla letteratura, dalla storia dell’arte e dalla moda per espandere e sovvertire l’archetipo coreografico del duetto.

All’interno del ricco cartellone del FIT Festival troviamo anche due prime assolute: Amor fugge restando (Loving Kills) del Collettivo Treppenwitz (venerdì alle 19.00 e sabato alle 17.00 e alle 19.00 al Teatrostudio del LAC) e Bogdaproste - Che Dio perdoni le tue morti di Catherine Bertoni De Laet (lunedì 10 alle 19.00 e martedì 11 alle 20.30 al Teatrostudio). Accanto a queste due produzioni ci sono poi tre prime svizzere: Cómo convertirse en piedra di Manuela Infante (sabato 8, ore 20.30 al Palco Sala Teatro del LAC), Bears del collettivo Wunderbaum (domenica 9, ore 20.30 al Palco Sala Teatro) e In the Middle of Nowhere di Kristien De Proost (lunedì 10, ore 20.30 al Palco Sala Teatro).

Programma dettagliato e sempre aggiornato nonché biglietti qui.