Roberto Vecchioni illumina Festate

Grande successo per la serata inaugurale del festival chiassese
Roberto Vecchioni (fotogonnella)
Red. Online
19.06.2015 15:16

CHIASSO - Giovedì sera in piazza del Municipio a Chiasso il foltissimo pubblico accorso per la serata inaugurale della 25. edizione di Festate ha potuto rendersi conto che Roberto Vecchioni all'alba dei settantadue anni, regge ancora benissimo due ore e più di concerto, passando in rassegna i brani più significativi del suo repertorio, dal Bandolero stanco a Milady, da Sogna ragazzo sogna a Chiamami ancora amore, giungendo infine a Luci a San Siro e Samarcanda (avrebbe potuto concludere diversamente?).Tutte le canzoni sono in fondo un unico canto, a pensarci bene, il leopardiano Canto notturno del pastore errante dell'Asia, la disperata preghiera di un uomo solo contro il mondo e alla ricerca del più significativo fra i refusi, Dio (parafrasando il testo di una sua canzone). È proprio quando scava nel fondo nero della disperazione che la sua musica prende il galoppo e sa trascinare il pubblico, tutti a correre verso la stessa meta del Bandolero, tutti protesi con la sola forza del proprio cuore verso quel niente che però vale tutto. Il cuore, in fondo, «è un soldatino che scrive lettere a nessuno»; di solitudine si nutre l'uomo che non vuole abbandonare il nucleo più autentico di se stesso, che decide di non appartenere a quel mondo fatto di bassezze, soprusi continui, egoismi.La musica e i testi di Vecchioni sanno inarcarsi e superare se stessi, come se l'obiettivo fosse sempre più lontano, sempre più alta la meta. Come se correre fosse l'unica scelta per chi non vuole rimanere col muso sprofondato nello squallore. E giovedì sera erano in moltissimi sulla piazza di Chiasso a condividere con il professore-cantautore questa splendida corsa

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