Scienza

Gli squali «consumano» molta cocaina

Da uno studio condotto in Brasile su tredici esemplari costieri è emerso che la concentrazione della sostanza stupefacente era fino a 100 volte quella precedentemente riportata per altre specie
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Red. Online
23.07.2024 16:30

Positivi alla cocaina. Attenzione, però: non stiamo parlando di persone, ma di squali. Da tempo, infatti, le droghe «scaricate» nei mari e negli oceani stanno minacciando l'equilibrio, sempre più a rischio, dell'ecosistema marino. Come riporta Wired, uno studio dell'Istituto Oswaldo Cruz, in Brasile, dimostra come queste creature abbiano ingerito (e continuino a farlo) alti livelli di questa sostanza stupefacente. Con tutte le conseguenze del caso in termini di comportamento, come si può leggere sulla rivista Science of the Total Environment.

L'indagine è stata condotta su tredici squali dal naso aguzzo, Rhizoprionodon lalandii, presenti nelle acque costiere e, quindi, esposti più di altri esemplari alle contaminazioni. I test sono stati effettuati sul tessuto muscolare ed epatico tramite una tecnica standard, prosegue Wired, la spettrometria di massa tandem. Gli scienziati, banalmente, cercavano tracce di cocaina e benzoilecgonina, il principale metabolita della droga. Tutti i campioni prelevati hanno dato esito positivo. Detto in altri termini, questi squali erano pieni di cocaina, con una concentrazione fino a 100 volte superiore a quella precedentemente riportata per altre specie. 

Da tempo, e non solo in Brasile, le droghe sono presenti nell'ecosistema marino. Gli scienziati sostengono che all'aumento delle concentrazioni abbiano contribuito gli «scarichi» in acqua dei corrieri, magari perché pizzicati dalle autorità. Intorno alla Florida, ma anche nell'America centrale e come detto in Sudamerica, più volte sono state condotte ricerche simili a questa. Con esiti simili. Lo studio appena presentato non dimostra quale sia il reale impatto della cocaina sulla vita marina. In precedenza, però, era stato dimostrato che la sostanza stupefacente può danneggiare molluschi, crostacei e pesci ossei. A determinate concentrazioni, ad esempio, può provocare la frammentazione del DNA e la morte cellulare negli embrioni di pesce zebra, o ancora l'interruzione di importanti ormoni nelle anguille.

Fra le preoccupazioni dei ricercatori, tornando agli squali, è che le sostanze tossiche individuate nel fegato possano ostacolare la produzione di vitellogenina, fondamentale per lo sviluppo delle uova. Le femmine coinvolte nell'indagine erano incinte, sebbene gli effetti dell'esposizione alla cocaina non siano stati ancora esaminati. «Questa è la prova del crescente pericolo dell'inquinamento da cocaina» ha spiegato a Science Anna Capaldo, endocrinologa ed esperta di inquinamento ambientale all'Università di Napoli Federico II.