Universo

Onde gravitazionali in prima linea in scontri tra buchi neri

Lo studio, pubblicato sulla rivista Physical Review Letters da ricercatori guidati dalla statunitense Columbia University, è il primo passo per prepararsi alla ripresa delle osservazioni - in programma per marzo di quest'anno - con i rivelatori di onde gravitazionali, rimasti fermi negli ultimi due anni per aggiornamenti
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Ats
21.02.2023 17:00

Le onde gravitazionali si schierano in prima linea negli scontri cosmici tra buchi neri: un nuovo modello teorico che ne spiega meglio il comportamento permetterà, infatti, di svelare cosa accade davvero nel cuore di queste collisioni devastanti e di mettere ancora alla prova la teoria della relatività di Einstein, testandone la validità in queste situazioni estreme.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Physical Review Letters da ricercatori guidati dalla statunitense Columbia University, è il primo passo per prepararsi alla ripresa delle osservazioni - in programma per marzo di quest'anno - con i rivelatori di onde gravitazionali, rimasti fermi negli ultimi due anni per aggiornamenti. Dal 2015, anno in cui sono state rilevate per la prima volta, le onde gravitazionali hanno permesso l'osservazione di circa un centinaio di scontri tra buchi neri.

Fino ad oggi, i modelli delle onde gravitazionali emesse dopo la fusione di due oggetti di questo tipo includevano solo interazioni lineari, che finora sono state sufficienti a fornire informazioni su struttura e contenuto di questi oggetti misteriosi. Manca, tuttavia, il contributo dato dalle interazioni non lineari, che permetterebbe un notevole avanzamento delle conoscenze. Per comprenderne l'importanza, gli autori dello studio hanno descritto le onde in un oceano: un'onda che sale e scende senza schizzare acqua potrebbe essere descritta con un'equazione lineare, ma un'onda che schizza e si infrange mostra interazioni non lineari e, ignorandole, si può avere solo un quadro parziale.

Ora, i ricercatori sono riusciti ad includere nel modello una parte di queste interazioni particolari tra onde, portando ad un'accuratezza maggiore del 10%. «Questo è un grande passo per prepararci alla prossima fase del rilevamento delle onde gravitazionali», commenta Macarena Lagos, co-autore dello studio, «che approfondirà la nostra comprensione della gravità e di questi incredibili fenomeni».