Il personaggio

Sean Connery, novant’anni da James Bond, ma non solo...

Importante compleanno per il più amato interprete dell’agente agente segreto 007 – Attore poliedrico e carismatico in carriera ha saputo calarsi in una molteplicità di ruoli, dal monaco investigatore de «Il nome della Rosa» al papà di Indiana Jones
Thomas Sean Connery, è nato il 25 agosto 1930 in una famiglia operaia di un piccolo sobborgo di Edimburgo, in Scozia.
Red. Online
25.08.2020 06:00

Compie oggi novant’anni una delle grandi icone della cinematografia: Sean Connery, attore scozzese dai più identificato come l’unico e autentico James Bond ma il cui volto, soprattutto per chi è nato negli anni Sessanta e Settanta, è legato anche ad altri indimenticabili personaggi. Come frate Guglielmo da Baskerville de Il nome della rosa. O Jimmy Malone, il poliziotto incorruttibile ne Gli Intoccabili, o ancora il «fumettoso», Henry Jones Sr., il divertente padre di Indiana Jones ne L’ultima crociata. Ruoli, ai quali potremmo aggiungerne molti altri a dimostrazione del grande talento di un attore abile nel non farsi intrappolare da alcun cliché ma anzi capace ogni volta di ampliare il suo vasto campionario di personaggi.

Un carpentiere... modello

Sean Connery nel film «Il giorno più lungo» (1962)
Sean Connery nel film «Il giorno più lungo» (1962)

Un grande risultato per uno che si è trovato davanti alla macchina da presa quasi per caso. Nato il 25 agosto 1930 in una famiglia operaia di un piccolo sobborgo di Edimburgo, Thomas Sean Connery, dopo essersi arruolato nella Royal Navy, la Marina Militare Britannica, ed essere congedato per un problema gastrico, da giovane ha fatto di tutto: verniciatore di bare, carpentiere, bagnino e modello per il College di Arte di Edimburgo sono finché, attorno ai vent’anni ha iniziato a prendere parte a piccole produzioni teatrali, per poi approdare al musical South Pacific. Classificatosi terzo al concorso di Mister Universo nel 1950, Connery ha poi proseguito la carriera attoriale con alcuni camei in film per la tv e per il cinema. Finché non è entrato nella macchina produttiva che gli ha cambiato la vita.

La nascita di un mito

Un’iconica immagine di Sean Connery nei panni dell’agente segreto 007
Un’iconica immagine di Sean Connery nei panni dell’agente segreto 007

Era il finire degli anni Cinquanta. Due produttori abili e visionari, l’italo-americano Albert Broccoli e il canadese Harry Saltzman, decisero di portare sul grande schermo il personaggio ideato dal giornalista e romanziere inglese Ian Fleming: James Bond, l’agente segreto 007. Fleming aveva delle idee precise sul tipo di attore che avrebbe dovuto interpretarlo e i candidati erano Cary Grant, David Niven, James Mason e James Stewart. Tra costoro però la spuntò un trentunenne attore scozzese fattosi notare sul set del film Il giorno più lungo con John Wayne e Harry Fonda. Ed il merito fu di una donna: Dana Broccoli, la moglie di Albert Broccoli, che convinse il marito – e Fleming – che Sean Connery fosse l’uomo giusto. Fleming, in particolare, era il più scettico, per l’accento scozzese dell’attore ma anche per il suo portamento. Alla fine però non solo si convinse di Connery e della sua immagine che ha finito per definire lo stile degli uomini d’azione per il resto del secolo. Anzi, lo scrittore cominciò a dare al Bond letterario comportamenti più simili a quelli di Connery, oltre al suo stile da eterno seduttore. Alto, slanciato ed estremamente affascinante Connery ha interpretato il ruolo di James Bond in sette film (Licenza di Uccidere, Dalla Russia con Amore, Missione Goldfinger, Thunderball - Operazione Tuono, Si vive solo due volte, Una cascata di diamanti e Mai dire mai) che hanno fatto di lui una star planetaria e uno dei grandi sex symbol del XX secolo.

Bye Bye James

Sean Connery con Christopher Lambert in «Highlander» e ne «Il nome della Rosa»
Sean Connery con Christopher Lambert in «Highlander» e ne «Il nome della Rosa»

Una fama che però non ha appagato il suo desiderio di andare oltre. «Dopo aver interpretato il personaggio di Bond per diversi anni, Sean era arrivato alla saturazione tanto che gli sarebbe piaciuto “ucciderlo», ha dichiarato l’amico Michael Caine. Da qui la decisione di abbandonare la serie alla ricerca di altri ruoli. Ecco dunque negli anni ‘70 le collaborazioni con registi del calibro di Sidney Lumet (Assassinio sull’Orient Express), John Milius (Il vento e il leone ), John Huston (L’uomo che volle farsi re), Richard Attenborough (Quell’ultimo ponte). Poi, nel decennio successivo i clamorosi successi di Highlander – L’ultimo immortale insieme a Christopher Lambert, de Il nome della rosa e, soprattutto, de Gli intoccabili di Brian De Palma che gli fa vincere l’Oscar come miglior attore non protagonista e un Golden Globe.

Un giovanissimo padre

Con Harrison Ford in  «Indiana Jones - L’ultima crociata» (1989)
Con Harrison Ford in «Indiana Jones - L’ultima crociata» (1989)

Nel 1989 altro cambio di registro: Spielberg lo sceglie infatti per interpretare uno dei personaggi più amati dei suoi film, quello di Harry Jones Sr, il papà di Indiana Jones in L’ultima crociata: ruolo per altro bizzarro in considerazione del fatto che Connery ha appena 12 anni in più di Harrison Ford... Negli anni successivi Connery ha poi recitato in blockbuster come Caccia a ottobre rosso (1990), in piccoli film molto apprezzati come Scoprendo Forrester (2001), fino alla decisione – nel 2005 - di abbandonare la recitazione in quanto «stufo degli idioti» di Hollywood. Ma non prima di aver rifiutato il ruolo di Gandalf ne Il Signore degli Anelli. Da quel momento l’attore è sparito dai radar ritirandosi nella sua tenuta alle Bahamas dove, con ogni probabilità, festeggerà oggi il suo novantesimo compleanno, lontano da quei riflettori dei quali ormai non sembra più curarsi. «Perché mi sono stabilito qui? Perché qui posso andare in giro da solo», ha dichiarato in una rara intervista qualche anno, «senza guardie del corpo e senza che nessuno si sogni di chiedermi un autografo». E senza sentir più sussurrare alle sue spalle «Bond, he is James Bond» .