Il caso

Sembrano perle, ma sono mele

Un abitante di Jakutsk, città siberiana costruita sul permafrost, coltiva una varietà del frutto più popolare che si è adattata al gelo, rimpicciolendosi fino alle dimensioni di una bacca
Le temperature, nella regione, possono scendere fino a 60 gradi sottozero
Jona Mantovan
10.11.2021 10:00

Nikifor Ivanov vive a Jakutsk, una città siberiana costruita sul permafrost. Nel suo grande giardino ha piantato un melo, anni fa. E ha notato che... quest’albero produce frutti, tanti. Insomma, ogni anno può godere di numerose cassette di mele. Salvo che queste sono... ideali per i Puffi. Grandi come bacche, raccolte in scatolette di fiammiferi sembrano proprio delle piccole perle. È così che la pianta riesce a resistere al gelo: rimpicciolendo il suo frutto fino a dimensioni lilipuziane, davvero minuscole. Insomma. Questi prodotti della terra si possono mangiare e sembrano fatti su misura per una casa delle bambole (guarda il video allegato a quest’articolo).

«È croccante come una mela, ha lo stesso gusto di una mela... forse un po’ più acida. Ma per me è... ottima!», esclama l’uomo mostrando un bel pollice verso l’alto con una gestualità degna di un Fonzie nei migliori episodi di «Happy Days».
Le condizioni climatiche nella regione della Sacha-Jacuzia—di cui Jakutsk è capoluogo—sono particolarmente ostili: le temperature possono scendere fino a -60°C. Le piante del luogo hanno trovato una strategia, forse l’unica possibile, per adattarsi a questo ambiente estremo: riducendo le loro dimensioni. Già durante l’epoca sovietica i biologi del posto avevano osservato questo fenomeno. Da qui nacque questa varietà di mele «nane», che possono entrare alla perfezione in una scatola di fiammiferi.
Ivanov ha dichiarato, all’agenzia Reuters, di aver provato a preparare marmellate per l’inverno con queste particolari mele, ma poiché la raccolta di questi «micro frutti» è faticosa e richiede molto sforzo, ora preferisce soltanto gustarle a manciate.
«È più una pianta decorativa che un albero da frutto», aggiunge l’uomo, indicando l’orgoglio del suo piccolo parco personale. «I miei genitori erano andati a Pokrovks per visitare un parente. Lì avevano acquistato una piantina di questo melo nano. È stato innestato su un melo selvatico ed è diventato resistente al gelo. Sì, in effetti resiste a temperature fino ai 60 gradi sotto zero... Queste mele crescono in molti luoghi».
Ivanon sottolinea, però, la difficoltà nel raccogliere i frutti: «No, non le abbiamo mai raccolte tutte perché è un lavoro troppo laborioso e minuzioso, che richiede molta fatica. Ne prendi solo una manciata e la mangi. Ne regali un po’ a qualcuno, che il più delle volte si sorprende. Anche gli uccelli, fra l’altro, mangiano queste mele, ma soltanto quando diventano più morbide, man mano che la maturazione avanza».

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