“Si è compiuto un disegno di politica culturale”

LUGANO - Intervista al direttore del MASI Marco Franciolli, che ha annunciato che lascerà l'incarico. Qui un estratto, la chiacchierata intera, con un suo bilancio di quanto fatto, in edicola.
Dopo aver diretto il Museo cantonale dal 2000 e in aggiunta il Museo d'arte, è stato direttore del MASI, dall'inaugurazione del LAC. Perché lasciare proprio ora?
«La riapertura di Palazzo Reali in via Canova, prevista per fine 2017, sarà il coronamento del progetto per la realizzazione del Museo d'arte della Svizzera italiana. Nella seconda sede del MASI, a suo tempo occupata dal Museo cantonale d'arte, saranno presentate le collezioni e allestite mostre prevalentemente legate al territorio, secondo una linea di ricerca già sviluppata in passato da entrambi i musei, ora rafforzata dalla riunione delle collezioni. La riapertura di Palazzo Reali avrà una grande valenza simbolica, proprio perché rappresenta il compimento di un disegno di politica culturale complesso, che mi ha impegnato per numerosi anni ed è stato per me naturale associare questo momento alla decisione di lasciare la direzione. I tempi lunghi necessari per assicurare il processo di successione alla direzione del Museo mi hanno portato ad annunciare già fin d'ora la mia decisione».
Come è percepito oggi il Museo a livello svizzero e internazionale?
«Direi che la percezione è sostanzialmente positiva, vi è curiosità e interesse nei confronti del MASI e del LAC. Un riflesso di come venga percepito al di fuori dei nostri confini lo si può leggere nella stampa, oltremodo positiva nei confronti del primo anno di attività. La reputazione dei due musei da cui è nato il MASI, costruita negli anni con progetti scientifici di grande impegno e visibilità, determina già oggi un posizionamento specifico dell'Istituto nell'ambito dei musei svizzeri e internazionali».I dati dei visitatori sono confortanti: le proiezioni parlano di circa 100.000 visitatori all'anno. Dunque lei lascia un museo in buona salute e in crescita?