Lutti

Si è spento il Maestro Bruno Amaducci

Il direttore d’orchestra, fra le personalità di spicco della musica classica in Ticino, aveva 94 anni
Il Maestro Amaducci in un’immagine del 2005 (fotogonnella)
Red. Cultura&spettacoli
27.01.2019 21:11

LUGANO - Lutto nel mondo culturale della nostra regione. All’età di 94 anni, si è spento il Maestro Bruno Amaducci, direttore d’orchestra fra le personalità di spicco della musica classica nel nostro cantone. La sua è stata una carriera lunga e densa di successi. Ha diretto un centinaio di orchestre, fra le quali i Wiener Symphoniker, l’Orchestra del Teatro Nazionale dell’Opera di Parigi, l’Orchestra sinfonica della RAI_di Torino, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra dell’Accademia di S. Cecilia a Roma, l’English Chamber Orchestra di Londra e la Staatsoper Orchester di Berna. A Lugano ha fondato il complesso dei Solisti della Svizzera italiana e ha diretto, per 14 anni fino al 1995, la Primavera Concertistica dalla quale in seguito si sviluppò Lugano Festival. Responsabile dei programmi musicali della Radiotelevisione della Svizzera italiana dal 1980 al 1984 e responsabile del musicale di Rete 2 dale 1984 al 1988, ha guidato, fra le altre, diverse iniziative quali l’Associazione Ricerche musicali della Svizzera italiana e la Fondazione Musica Ticinensis.

Nato a Lugano nel 1925, viene in contatto da giovane con quel mondo musicale al quale dedicherà la sua vita, entrando a 14 anni nel Coro della Radio della Svizzera italiana. Dopo i diplomi di canto, violino e direzione d’orchestra all’Ecole Normale di Parigi, su invito di Edwin Löhrer, debutterà come direttore d’orchestra nel 1951 con il Requiem di Mozart alla RSI (Solisti, coro e orchestra dell’ente). Primo nominato al Concorso nazionale italiano per direttori e concertatori d’opera «Città di Trieste» nel 1960, fra i riconoscimenti conquistati da Amaducci in carriera c’è il Grand Prix du Disque del 1955, sezione operistica.

Proprio la lirica è stata una delle sua grandi passioni. In un’intervista pubblicata sul Corriere del Ticino nel 2011, quando il Maestro stava pianificando il suo concerto d’addio, così si espreimeva: «Sono soprattutto un direttore d’opera. In questo genere musicale c’è una componente umana che non si trova nel repertorio sinfonico. Nel 1967 - ricordava - al Metropolitan di New York ho diretto il Falstaff di Verdi. È stato un evento straordinario che ricordo con grande piacere, con un cast vocale di eccezione, ma sono rimasto sconcertato per l’esiguo numero di prove a disposizione». Fra i ricordi importanti, non poteva poi mancare l’esperienza della Primavera Concertistica. «È stata fra le cose più belle che ricordo. Nell’ambito di questa rassegna, nata da un’idea di Ermes Borsari, allora presidente dell’Ente Turistico, vi è stata la presenza di musicisti di fama mondiale che sono stati artefici di serate indimenticabili. Non si era però trascurato lo sviluppo professionale degli artisit locali particolarmente validi e idonei a sostenere il confronto con gli ospiti illustri». Elementi questi che sono stati fondamentali per lo sviluppo futuro della musica classica nel nostro cantone.