Sneakers di Gucci a meno di 12 franchi? È tutto vero

Da alcuni giorni sul mercato ci sono Sneakers di Gucci a meno di 12 franchi. Un truffa? Niente affatto. È una trovata della maison fiorentina che piace molto ai figli della generazione Z. Perché il prezzo è reale ma le scarpe griffate le si infilano soltanto nel mondo virtuale. Più precisamente sui social e su alcune piattaforme di gaming. I modelli disegnati dal noto stilista della maison Alessandro Michele sono in vendita nello «sneakers garage» dell’app di Gucci in una infinità di varianti tutte personalizzabili.
Si tratta di una novità figlia della collaborazione tra la casa di moda e Wanna, una compagnia bielorussa specializzata nel trasformare telefonini e tablet in camerini grazie alla realtà aumentata. Wanna è sicura che entro 10 anni una parte relativamente grande delle entrate dei marchi di moda proverrà dai prodotti digitali.
«Le scarpe – come riporta il sito online Business of Fashion – sono in gran parte rivolte a un pubblico di Gen Z, consumatori nativi digitali che hanno interesse per il mercato delle sneakers, ma potrebbero non essere in grado di permettersi prodotti fisici di Gucci. Invece, possono spendere 9 o 11 dollari per scarpe per il gaming e per i post sui social media».
Una scelta per rendere più democratici gli acquisti? Sarà. Tuttavia, se le previsioni degli addetti ai lavori dovessero avverarsi, pian piano nella testa degli zoomer il mondo virtuale soppianterà quello reale.
Uno scenario che ricorda da vicino quello descritto da Ready Player One, il film diretto da Steven Spielberg ambientato in un universo virtuale nel quale l’umanità passa la maggior parte del suo tempo per fuggire dal caos che regna sulla Terra.
Tra cambiamenti climatici e guerre, neppure il nostro mondo promette bene. Le restrizioni sociali imposte dalla pandemia non aiutano a renderlo migliore. I giovani vivono da mesi in semi prigionia nelle loro stanzette. Le ripercussioni dei confinamenti decisi per arginare la diffusione del coronavirus e delle sue varianti sul mondo del lavoro si stanno già facendo sentire.
Terminata l’emergenza sanitaria, toccherà a noi far tornare in tutta fretta la voglia di vivere agli zoomer. Il nostro, come detto, è un mondo sgarrupato. «Ma è anche l’unico posto dove poter trovare un buon pasto», per dirla con una battuta del film.