Il personaggio

Grace Kelly oggi

Che cosa rimane della principessa di Monaco che fece sognare il mondo, a 40 anni dalla morte
© EPA/SEBASTIEN NOGIER
Stefano Olivari
14.09.2022 06:00

Quarant’anni senza Grace Kelly sembrano passati in un attimo. Il 14 settembre del 1982 moriva l’attrice hollywoodiana icona di stile, la principessa delle favole, la donna che ha messo il Principato di Monaco sulla mappa. Di Grace Kelly si sa tutto, inutile raccontare per la milionesima volta la sua storia: più interessante chiedersi quanto di lei ci sia nella Monte Carlo di oggi.

© EPA
© EPA

Alberto

È fin troppo facile citare il figlio, l’unico maschio dei tre avuti con il Principe Ranieri. Alberto è il secondogenito, nato nel 1958 fra Carolina, 1957, e Stefania, 1965, con l’italianizzazione dei loro nomi che già dice tutto della loro popolarità mondiale. Nessun cognome o titolo nobiliare, loro non sono i Grimaldi ma saranno per sempre Carolina, Alberto e Stefania. Alberto governa il Principato dal 2005, dalla morte di Ranieri, ed è stato capace molto più del padre di raccogliere l’eredità spirituale di Grace Kelly. Che a metà degli anni Cinquanta andò a seppellirsi, almeno secondo i suoi fan, in questo paesello sconosciuto che viveva delle sue case da gioco e di traffici spesso inconfessabili. Una dimensione che stava stretta a Grace, che si mise in testa di trasformare Monaco in un posto che attirasse le eccellenze in ogni settore. Il marito diede così il via allo sviluppo immobiliare e quello finanziario, con risultati eccezionali. Alberto è andato oltre in questi settori (arrivando alla sesta estensione in mare), in quelli storici come la cosmesi, e in altri più di moda, come biotecnologie, digitale e intelligenza artificiale. Nobilitando il tutto con la beneficenza, altra invenzione (almeno ad alto livello) della madre, e con l’organizzazione massiccia di eventi al di là dei celeberrimi Gran Premio di Formula 1 e torneo di tennis.

Charlene

Il parallelo fra Grace Kelly e Charlene Wittstock, la moglie di Alberto, è forzato ma non troppo. Entrambe venivano da paesi lontani, entrambe hanno avuto una vita prima del matrimonio (la Wittstock come nuotatrice, con la 4x100 del Sudafrica quinta alle Olimpiadi di Sydney), entrambe si sono sentite soffocate da Monaco. Certo hanno reagito diversamente: Grace conducendo una vita privata parallela, fra amici e amanti (come del resto Ranieri), la Wittstock cadendo in depressione e ricomparendo fra un ricovero e l’altro. Anche senza fare psicoanalisi da bar e rimanendo nel terreno dell’immagine, è evidente che Alberto abbia visto in Charlene quella moglie di rappresentanza che in fondo è stata Grace Kelly, sia pure a livello molto più alto e con un nome che da solo descrive un mondo (e una borsa, appunto la Kelly, di Hermès). Una moglie che gli ha dato l’erede al trono, Jacques (8 anni), e la gemella Gabriella, che Alberto ha aggiunto a due figlie avute da precedenti relazioni.

La favola

Rispetto a quella di Charlene era più una favola quella di Grace, almeno per chi la guardava dall’esterno visto che nella realtà fu più volte sul punto di divorziare e riprendere la carriera cinematografica, interrotta dopo ‘Alta società’, dove era stata protagonista con Bing Crosby e Frank Sinatra. Un piano impedito non dalla mancanza di offerte, anzi, ma da un contratto prematrimoniale blindato che in caso di divorzio le avrebbe impedito di portare con sé i figli. E così rispose sempre di no alle proposte di Hitchcock, letteralmente ossessionato da lei, che l’aveva diretta in tre film e che l’avrebbe voluta come protagonista di Marnie insieme a Sean Connery, diventando quasi una professionista della beneficenza e vivendo per gran parte dell’anno a Parigi, seguendo la crescita di Carolina e Alberto, litigando spesso con la primogenita per colpa delle sue scelte sentimentali (e lei per ripicca dopo la relazione con Guillermo Vilas sposò Philippe Junot), ma anche con Stefania più o meno per gli stessi motivi, oltre che per le sue ambizioni musicali che qualche anno dopo di sarebbero concretizzate con la memorabile Ouragan e altre canzoni di minor successo.

© EPA
© EPA

La morte

E proprio a Stefania è legato l’unico vero mistero della vita di Grace, quello della morte. Era infatti in macchina insieme a lei quel 13 settembre, quando sulla strada che portava dalla residenza di Roc Agel a Monaco ebbero un incidente: un volo di 40 metri, con fratture multiple per entrambe. Ufficialmente la causa fu un ictus che aveva colpito la 53enne Grace mentre era alla guida ed infatti lei il giorno dopo morì per quello, quando Ranieri e i due figli maggiori decisero di far staccare i macchinari che la tenevano in vita artificialmente. Per Stefania una maledizione che si porterà dietro per sempre, al punto che esattamente venti anni fa è tornata su ciò che mezzo mondo disse, e cioè che alla guida ci fosse lei e che si fosse deconcentrata litigando con la madre a causa del suo (di Stefania) ultimo fidanzato, il rallysta Paul Belmondo, figlio di Jean-Paul. Una tesi supportata da uno dei primi soccorritori, che disse di avere estratto Stefania dal sedile del guidatore, ma che lei ha sempre smentito. Di certo Grace Kelly non amava guidare, meno che mai su quelle strade tortuose, ma questo non significa che al volante si fidasse della figlia adolescente più che dell’autista. Già, perché non c’era l’autista? In realtà ci sarebbe stato, ma l’auto era così piena di vestiti che c’era posto soltanto per due persone e così Grace decise di mettersi al volante, senza sapere che il suo momento stava per arrivare. Nessun segno di frenata, quindi probabilmente l’ictus e nessun complotto: solo il fato, che la fece morire sulle stesse strade di Caccia al ladro. A quanto dissero i suoi intimi, non ne poteva più di vivere con Ranieri, ma non aveva alcuna voglia di morire giovane per entrare nel mito, perché lei nel mito c’era già. Senza di lei il Principato di Monaco sarebbe oggi soltanto uno dei tanti paradisi fiscali. Ma Grace Kelly sarebbe comunque stata Grace Kelly.