L'intervista

Marco Rodari: il clown che porta sorrisi nei teatri di guerra

Conosciuto come «Claun il Pimpa», il 48.enne originario del Lago Maggiore è appena rientrato dall'Ucraina: «È un’emozione indescrivibile osservare i bambini mentre tornano a essere bambini, condizione che la guerra distrugge»
Andrea Camurani
07.10.2023 20:15

Un uomo con i capelli corti guarda l’obiettivo e fa un mezzo sorriso, addosso ha un giubbotto antiproiettile con scritto «clown». È questa immagine grottesca, ma vera, che racchiude l’essenza di Marco Rodari, 48 anni, conosciuto specialmente fra i bambini di mezzo mondo in Paesi attraversati dalla guerra come «Claun il Pimpa»: con il naso rosso e il cappellino con l’elica è capace di strappare i più piccoli dall’angoscia per qualche istante, facendoli sorridere anche sotto le bombe o in mezzo alle macerie. Appena rientrato in Italia dall’Ucraina, sta preparando una speciale serata sul Lago Maggiore, all’eremo di Santa Caterina del Sasso, nella sua Leggiuno, che ospiterà inviati di guerra e le loro storie e per raccontare quello che fa l’associazione «Per far sorridere il cielo – Claun Pimpa Odv». Ma come è cominciata questa avventura? Glielo abbiamo chiesto in questa intervista.

«Sono laureato in storia, ma tutto quello che ho imparato l’ho appreso sul campo» afferma Rodari. «Ho cominciato negli oratori, poi ho capito che questo sarebbe stato il mio futuro, così ho deciso di assistere i bambini nei teatri di guerra. Poi devo ammettere di aver avuto la fortuna nella mia vita di aver incontrato tanti maestri, in particolare Mago Sales per i giochi di prestigio, e Margherito soprattutto per l’approccio con i bimbi in situazioni ospedaliere, attraverso la colwnterapia. Il mestiere del clown umanitario si studia a bottega, diciamo che non c’è un'università per imparare»

Che cos’ha di diverso la guerra in Ucraina rispetto ad altri conflitti?
«Mi è capitato di vivere delle guerre “dall’interno“. Cioè: sei a Gaza a fare il clown e scoppia un’operazione militare che travolge anche te, che sei lì, e non hai alcuna forma di difesa. In Iraq con il terrorismo hai altre preoccupazioni, altre dinamiche legate alla tua condizione. In Ucraina, ogni palazzo vicino al fronte ha squadre di militari dell’esercito di Kiev che ti danno protezione. Per quanto può valere in una guerra in cui si spara. Ecco: è la prima volta che ho lavorato con un livello di tutela militare così elevata. Poi non mi era mai capitato di poter “seguire“ le armate; nel caso del conflitto ucraino, cioè, di far giocare i bambini nelle aree da poco liberate dai russi. Diciamo però che alla fine, le guerre, per i bimbi, sono tutte uguali. La sofferenza dei bambini è la stessa a Bakhmut, Gaza o Aleppo».

A volte, davvero, non ci credo neanche io. Regalare un momento di normalità, in cui quella casa che per trenta minuti torna a essere una casa, dimenticare la guerra: questa cosa vale una vita

Che cosa accade quando in un teatro di guerra un bambino vede un clown?
«Succede che dimenticano la guerra. Capita, nei villaggi isolati magari toccati solo da lontano dal conflitto, di riuscire a incontrare magari 200 bambini alla volta. E allora scoppia la gioia, fioriscono i sorrisi, tutti insieme. Ma esistono situazioni molto, molto peggiori. Per esempio le città sulla linea del fronte dove cadono le bombe e si combatte. Lì le famiglie trovano rifugio nelle “sotto cantine“, spazi dove si cerca la protezione dagli spari e dalle esplosioni. In questa situazione, mi è capitato di vedere anche pochi bambini alla volta, ed è un’emozione indescrivibile osservarli mentre tornano a essere bambini, condizione che la guerra distrugge. Una volta, in uno di questi rifugi, ho incontrato una sola bimba che appena ha visto un clown arrivare da fuori, dalle macerie, non ci poteva credere. A volte, davvero, non ci credo neanche io. Regalare un momento di normalità, in una casa che per trenta minuti torna a essere una casa, dimenticare la guerra: questa cosa vale una vita. Questo è ciò che il clown ha il privilegio di vivere».

Che cosa si porta dentro, dunque?
«Il fatto che anche dove la guerra cancella tutto, i bambini hanno la forza di meravigliarsi e sorridere. E non solo: con la loro gioia contagiano anche genitori, parenti e le persone più prossime, che in quei sorrisi rivedono la vita. Sperano di poter tornare alla normalità».

Il 24 febbraio 2023 «Claun il Pimpa» è stato insignito dal presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. È un'onorificenza al Merito della Repubblica Italiana conferita dal Capo dello Stato ai cittadini che si sono distinti «per un’imprenditoria etica, per l'impegno a favore dei detenuti, per la solidarietà, per il volontariato, per attività in favore dell'inclusione sociale, della legalità, del diritto alla salute e per atti di eroismo». Marco Rodari ha appreso della notizia mentre si trovava in Ucraina, nella zona di Kharkiv.
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