Svizzera e Svezia? No, non sono la stessa cosa

(dalla rubrica Chiara fra le Stelle) - A spiegare al mondo che no, Svizzera e Svezia non sono la stessa cosa ci aveva già provato a maggio la finale del Mondiale di hockey. Visto che la partita di oggi verrà seguita anche nei peggiori bar di Caracas (dove non credo siano fan del disco su ghiaccio), diciamo pure che questo è il momento buono. Comunque vada oggi, pensate che bello non venir più scambiati per svedesi non appena, in vacanza all'estero, apriamo la bocca per dire «Switzerland». Ammettiamolo, sarebbe un po' come non dover più spiegare che lo svizzero non esiste. Anche nelle ambasciate elvetiche la partita di oggi è molto sentita: alcune di loro sui social si sono impegnate nell'elencare le differenze fra Svizzera e Svezia. E se pensavate che in ambasciata lavorassero solo burocrati noiosi, ricredetevi. In quella di India e Buthan, ad esempio, ci sono dei simpaticoni. I post della loro pagina Facebook sono già diventati virali (e di per sé sembra già una barzelletta). Una delle differenze fondamentali tra i due Paesi, secondo l'ambasciata, è la presenza del re: «La Svezia è una monarchia. Eccetto Roger Federer, la Svizzera non ha mai avuto un re». Non fa una piega. Anche la diversità linguistica è ritenuta centrale: «In Svezia si parla svedese. In Svizzera si parla francese, tedesco, italiano, Baseldeutsch, Zürideutsch, Berndeutsch, Walliserdeutsch, Bündner Tüütsch e romancio. E no, non si parla svizzero». Vorrei incontrare chi scrive questi post, presentarlo all'addetto a Facebook di Migros Ticino, metterli insieme e creare un mostro della comunicazione social.
Parlando ancora di barzellette, per questo match anche la FIFA ci ha messo del suo, nominando un arbitro che si chiama come una cassettiera IKEA: Skomina. Vlado, a questo punto vedi di mandare i nostri in campo con qualche brugola in tasca. Mal che vada ci facciamo due risate. Tanto gli svedesi sono abituati a queste battute, un po' come noi ai luoghi comuni su cioccolato e formaggio. E, come noi, anche loro aspettavano questi ottavi con trepidazione.
E per sapere com'è davvero il clima tra i tifosi gialloblu, sul CdT di oggi ho intervistato due svedesi d'eccezione dello sport ticinese: Linus Klasen, ala dell'HCL, e Alexander Gerndt, attaccante del FC Lugano.