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Impossibile resistere a «LOL: chi ride è fuori»

Dieci comici in cattività si sfidano per eliminarsi a vicenda a suon di battute, barzellette e improvvisazioni – L’unica regola? È vietatissimo ridere
© Amazon Prime
Marcello Pelizzari
02.04.2021 11:28

LOL. È un acronimo. Significa laughing out loud o, ancora, lots of laughs. Tante risate, ecco. Viene usato dai giovani. Anzi, veniva. Iniziò a circolare anni fa, con i primi servizi di messaggistica online. Prima degli smartphone, già. LOL, però, è anche la base di un (crediamo) fortunato game show di Amazon Prime. Un format innovativo, nato in Giappone con Hitoshi Matsumoto e sperimentato in diversi Paesi. Un format sbarcato anche in Italia con il titolo LOL: chi ride è fuori. Bene, tutto molto bello. Ma di cosa si tratta nello specifico? Banalmente, parliamo di un gioco. O se preferite una sfida. Dieci comici, noti e meno noti, vengono rinchiusi dentro un teatro-appartamento e, attenzione, per sei ore non dovranno ridere. Avete capito bene: non dovranno ridere. Alle battute degli altri e, ci arriveremo dopo, anche alle loro. L’errore non è ammesso, o quasi: al primo accenno di risata, scatta il cartellino giallo. Al secondo viene sventolato il rosso e tanti saluti. Chi vince si porta a casa un premio di 100 mila euro, che poi verranno devoluti in beneficenza.

Il cast, importante, è formato da professionisti della risata. Ci sono Frank Matano e i ragazzi di The Jackal, Ciro e Fru. Poi Caterina Guzzanti, Michela Giraud, Elio, Katia Follesa, Lillo, Luca Ravenna e Angelo Pintus, le cui imitazioni di Bruno Pizzul e Antonino Cannavacciuolo restano di una qualità impressionante. A controllare che nessuno rida due giudici-arbitri d’eccezione, Fedez e Mara Maionchi. I primi quattro episodi sono già disponibili in streaming, gli ultimi due usciranno l’8 aprile. Sulle prime, ne conveniamo, LOL potrebbe sembrare l’ennesima baracconata messa in piedi senza motivo. In realtà, guardare dieci persone costrette a soffocare ogni manifestazione di ilarità è meraviglioso. Davvero. Soprattutto, lo spettatore ride. In maniera naturale, spontanea, sguaiata anche. Ride perché tutti gli sforzi profusi dai comici, i sotterfugi per far crollare gli avversari, le imitazioni, le improvvisazioni, i nonsense, insomma tutto quello che viene prodotto, senza filtri, dai comici in scena è devastante. C’è quello che viene fregato dalla sua stessa barzelletta, quello che urla pur di non cedere, quell’altro ancora che provoca apertamente. Lo show porta perfino alle lacrime, tanto è surreale l’atmosfera. Lo spettatore ride (anche) perché i primi a crollare sono i due giudici, Fedez e Maionchi, che di fatto sono anche i primi spettatori dello show. «Ho adorato questa esperienza» ha detto proprio Fedez al termine delle riprese. «È un format nuovo per l’Italia in un periodo in cui le novità sono impolverate». «È stato un triplice sforzo» ha invece dichiarato Elio a GQ. Lui che comico non è ma, è evidente, sa benissimo come divertire e divertirsi. «Dovevamo far ridere, non ridere e osservare come gli altri tentavano di fare ridere senza finire vittime delle loro gag». Una sfida apparentemente impossibile.