Il caso

Ma davvero la Rai vuole spostare il Festival da Sanremo?

La questione, invero, da tempo è sul tavolo dell'emittente viste le pretese del Comune e i pochi investimenti fatti – Ora, però, il Messaggero rilancia l'ipotesi di una kermesse lontana dalla Liguria
© CdT
Marcello Pelizzari
30.06.2025 18:15

Il Festival della canzone italiana, dunque, un domani si terrà lontano da Sanremo? Sì, no, forse. La questione, riferiscono i media della Penisola, è sul tavolo. Da tempo, invero, anche se l'apice è stato raggiunto in questo caldo, caldissimo finale di giugno. Riassumendo al massimo: la Rai, l'emittente che organizza la kermesse, è ai ferri corti con il Comune ligure. Alcuni giorni fa, in occasione della presentazione dei palinsesti 2025-26, l'amministratore delegato Giampaolo Rossi ha manifestato un certo malessere. Una sorta di mal di pancia, ecco: «La Rai farà il Festival. Noi pensiamo che sarà il Festival di Sanremo, ma se non sarà a Sanremo la Rai farà comunque il suo Festival, perché può realizzare questo evento musicale ovunque». Parole, queste, legate alle strutture della città, giudicate inadeguate, ma anche ai pochi investimenti fatti a dispetto delle pretese economiche del Comune. Richieste esternate attraverso il bando presentato negli scorsi mesi.

La Rai, volendo allargare il campo, non ci sta. O, meglio, non ci sta più. E così, l'azienda di fronte alle pressioni del Comune o, ancora, a quelle del mondo discografico sta reagendo con (moderata) rabbia. Facendo capire che sì, ci sarebbe un piano B: un Festival lontano da Sanremo. In queste ore, i suggerimenti si sprecano: Torino, già sede dell'Eurovision Song Contest, Rimini e in generale la Romagna, ma anche Sorrento e Senigallia. A riferirne per primo, dando il via a un vero e proprio toto-nomi, è stato il Messaggero. 

La domanda, arrivati sin qui, sorge spontanea: che cosa c'è di vero? Di nuovo, la Rai intende semplicemente mettere a sua volta pressione su Sanremo o sta concretamente pensando a un Festival della canzone italiana lontano dalla Città dei fiori? Qual è, sempre che ve ne sia una, la strategia? Mostrare i muscoli, Donald Trump insegna, a ben vedere sta diventando la vera cifra per (eventualmente) trattare. Di riflesso, a fronte dei capricci di Sanremo la Rai confida che, qualora ve ne fosse bisogno, un Festival della canzone italiana lontano dall'Ariston funzionerebbe comunque. Sia in termini di ascolti televisivi sia, soprattutto, in termini di investimenti pubblicitari. L'impressione, netta, è che alla Rai il citato Ariston, un cinema adattato a teatro, in sostanza, stia sempre più stretto. Come stretta, a suo modo, è la città di Sanremo per un evento che, davvero, ferma l'Italia intera per una settimana e oltre. 

Resta, a monte, una domanda. Inevasa, mentre scriviamo queste righe. Zlatan Ibrahimovic soleva ripetere: «Puoi togliere il ragazzo da Rosengård, ma non potrai mai togliere Rosengård dal ragazzo». Un modo, sbruffone, per ribadire che certi legami sono indissolubili. La domanda, dicevamo: il Festival può esistere senza Sanremo, a maggior ragione considerando che tutti, dagli ultras incalliti ai semplici osservatori, come ha scritto Fanpage.it non utilizzano quasi mai la locuzione intera «Festival di Sanremo» preferendo l'immediato «Sanremo»? La tradizione, concludendo, ha e avrà sempre un senso. Anche nel 2025 e negli anni a venire. Il Festival ha i suoi riti, i suoi rituali e i suoi punti fermi. Aspetti, questi, che vanno al di là del rapporto costi-ricavi.

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