The Batman, un ritorno quasi alle origini

Logo della Warner, logo della DC Comics, poi subito il titolo, a caratteri cubitali: The Batman. Va dritto al sodo il nuovo film dedicato al personaggio ideato da Bob Kane e Bill Finger, che quest’anno vedremo al cinema in tripla versione. In autunno, in The Flash, ci saranno infatti sia Michael Keaton, che lo ha interpretato nel 1989 e nel 1992, sia Ben Affleck, che ne ha vestito i panni tra il 2016 e il 2017 e si appresta ad appendere il mantello al chiodo. Adesso, invece, nel primo vero blockbuster del 2022, l’eroe più giovane ha le fattezze di Robert Pattinson, settimo attore a prestare il corpo a Bruce Wayne e al suo alter ego notturno sul grande schermo in un film che in parte ricorda il Batman Begins di Christopher Nolan: un effetto inevitabile visto che sia Nolan sia il regista di The Batman Matt Reeves hanno avuto quali principali punti di riferimento i fumetti Anno Uno di Frank Miller (sul debutto del vigilante) e Il lungo Halloween di Jeph Loeb e Tim Sale in cui il Batman e il commissario Gordon indagano su un misterioso serial killer.
Tragico Halloween
Ed proprio la notte di Halloween a dare il via all’azione in The Batman: mentre tutti sono fuori a divertirsi, il 31 ottobre finisce male per il sindaco di Gotham, brutalmente ucciso da un assassino appassionato di indovinelli, l’Enigmista (Paul Dano). Sul luogo del delitto vengono lasciati degli indizi che Batman deve decifrare e mentre lui e Gordon (Jeffrey Wright) si interrogano sulle motivazioni del killer, questi continua a mietere vittime nel tentativo di mettere a nudo le ipocrisie delle alte sfere della città. Indagando su questo aspetto, Batman entra in contatto con la malavita di Gotham, nella persona di Carmine Falcone (John Turturro) e del suo scagnozzo Oswald Cobblepot, alias il Pinguino (Colin Farrell, irriconoscibile sotto diversi strati di trucco). Un mondo in cui si muove anche la ladra Selina Kyle (Zoe Kravitz), con la quale nasce un’intesa solo parzialmente complicata da divergenze filosofiche: lei non ha paura di sporcarsi le mani, mentre Batman rifiuta categoricamente di uccidere, per non abbassarsi al livello dei criminali.
Un eroe, tanti volti
Da poco più di tre decenni, il personaggio di punta della DC è anche uno dei cavalli di battaglia della Warner, da reinventare periodicamente al cinema: dopo i due film gotici e grotteschi di Tim Burton, seguiti dall’animato La maschera del fantasma e dalla serie andata per la maggiore in TV nei primi anni Novanta, si è passati al kitsch di Joel Schumacher, maldestro tentativo di ricreare le atmosfere dell’incarnazione catodica che aveva il volto di Adam West; poi è arrivato Nolan, con il suo approccio realistico che ha eliminato ogni traccia di fantastico (basti pensare a come è stata gestita l’immortalità di Ra’s al Ghul), e a seguire Zack Snyder, con la sua rilettura cupa e violenta, mentre i più piccoli si sono divertiti con Lego Batman, colorata avventura realizzata con l’animazione digitale che mette alla berlina tutti i film precedenti.
Per questa nuova avventura, il regista Matt Reeves, che viene da Cloverfield e dalla recente reinvenzione del pianeta delle scimmie, unisce idealmente gli universi di Nolan e Burton: è un mondo ancorato nella realtà, con l’Enigmista che si ispira al famigerato Zodiac Killer e comunica con i propri discepoli tramite internet, ma non privo di elementi che possono sfociare nel paranormale, con l’ingresso di Batman che si rifà esplicitamente all’horror (con un tema musicale, scritto da Michael Giacchino, che mescola l’epico e il terrificante che caratterizzano l’aura del personaggio). Un mondo che riscopre la dimensione noir del fumetto originale, con toni da thriller e un accattivante mistero da risolvere nel corso delle quasi tre ore del film. Tre ore che volano leggere, lasciando un messaggio forte: Batman è tornato, e con lui il piacere di vedere una grande firma d’autore applicata al cinema di supereroi.