Cent'anni fa

Tre ceffoni che costarono fior di soldi in una causa di divorzio

Le notizie del 7 giugno 1925
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
07.06.2025 06:00

La Nota
Il signor Carlo Enrico Lott, ricchissimo proprietario di alberghi a Chicago, divorziando dalla moglie è stato condannato a pagare un milione e centomila dollari per aver dato alla moglie, in tre successive occasioni, un ceffone... Come si vede, la Corte di Chicago ha concesso alla fortunata moglie 366.666 dollari per ogni schiaffo. Non ha dunque torto il Vangelo quando consiglia a chi riceve uno schiaffo di porgere subito l’altra guancia per il resto. In certi casi, come questo di Chicago, la pratica evangelica può diventare una buona speculazione.

Il signor Lott è un ricchissimo proprietario. Quando noi leggiamo la espressione «ricchissimo proprietario» ci facciamo – chissà poi perchè – la opinione di un uomo ben vestito, dai modi garbati, corretto tanto nelle parole che nei gesti; si suppone che un ricco abbia avuto tempo, modi e denari per formarsi una educazione, per imparare a stare decentemente in mezzo alla società, e per costruire quel muro divisorio fra l’uomo e la bestia che tanti poveri disgraziati, nati e vissuti nella miseria materiale e morale, non possono erigere.

Invece, vediamo il ricchissimo signor Lott prendere cavallerescamente a schiaffi la cara consorte. «L’abito non fa il monaco», nè i dollari fanno il gentiluomo.

La donna – dice un gentile adagio – non deve essere percossa neppure con un fiore, perchè essa rappresenta (anche nei casi in cui è una tremenda virago) la parte più debole del genere umano, rappresenta (anche quando ha un diavolo per capello e una lingua a mitragliatrice) la parte gentile, fine e delicata della umanità.

Battere una donna è in un uomo un segno di degradazione agli infimi strati dell’abbruttimento, ed è anche la più convincente dimostrazione di una volgarità d’animo veramente eccezionale. Nel caso poi del ricchissimo signor Lott di Chicago, è la riprova di quell’elementare verità la quale ammonisce a non confondere il cuore con la cassaforte, la gentilezza d’animo con il lusso della guardaroba ed insegna altresì che si può essere gentiluomini a piedi scalzi e dei perfetti farabutti in cilindro e stiffelius.

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