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Treccani sfida Wikipedia sull’arte contemporanea

L’Enciclopedia italiana lancia un nuovo corpus di oltre 3.600 lemmi e 4.000 immagini, frutto di un lavoro lungo diversi anni
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Ats
11.11.2021 21:58

Se si ha una tradizione solida come la Treccani, si può sfidare anche l’epoca di Wikipedia (e del web) e lanciarsi in una nuova avventura editoriale. Come l’inedita Enciclopedia Treccani dell’Arte Contemporanea.

Un corpus di oltre 3.600 lemmi e 4.000 immagini, frutto di un lavoro lungo diversi anni. La prima Enciclopedia Treccani dell’Arte Contemporanea è stata presentata alla Biblioteca dell’Archivio storico della Biennale di Venezia.

L’opera è realizzata in 4 volumi illustrati, in formato 23,5x31 cm, con copertina in pelle e lettere e fregi in oro, ciascuno dei quali è di circa 800 pagine. Ci hanno lavorato 435 autori, tra i massimi studiosi di storia e critica delle arti di tutto il mondo, di estetica, storici, scrittori italiani e stranieri.

Ogni volume è accompagnato da un’opera d’arte inedita, ciascuna delle quali realizzata da alcuni tra i più grandi artisti contemporanei: Anish Kapoor, William Kentridge, Anselm Kiefer e Joseph Kosuth.

«La nostra non è semplice ospitalità, - ha commentato il presidente della Biennale, Roberto Cicutto - perché quest’opera ambiziosa sarà uno strumento fondamentale per tantissimi addetti ai lavori. Racconta gli anni da quando è nata la Biennale, copre tutto il ventesimo secolo e quasi un quarto del ventunesimo. E mi fa piacere che coincida con la nascita di un ‘Centro internazionale di ricerca per le arti contemporanee’ a Venezia, da oggi aperto anche a Treccani».

«Sono contento che questa opera sia presentata alla Biennale - ha sottolineato il direttore generale di Treccani, Massimo Bray. Si tratta di un vero e proprio cantiere legato alle forme della contemporaneità. Abbiamo percorso con sapienza tutto il mondo e non è stato facile. L’opera è unica nel panorama editoriale internazionale e curata nei minimi particolari», ha aggiunto.

Che senso ha progettare un’enciclopedia al tempo di Wikipedia?» Anche da questo interrogativo è partita la realizzazione della prima Enciclopedia Treccani dell’Arte Contemporanea. La ‘missione’ è stata illustrata dal direttore scientifico, Vincenzo Trione, che l’ha definita un ‘kolossal’: «Abbiamo voluto proporre un modello alternativo al web - ha spiegato -. Avevamo la fortuna di muovere dalla tradizione nobile di Treccani, che è stata la vera bussola.

Dalla tradizione abbiamo ereditato i tratti distintivi, ossia che ogni voce avesse un inquadramento storico-critico vigilato e permetta anche a un lettore non attrezzato di orientarsi in un mondo sfaccettato e complesso».

Per distinguersi e mantenere l’autorità dell’istituto, Treccani ha costruito un vero e proprio modello di lavoro, che consentisse di integrare le voci monografiche con una serie di voci tematiche che affrontano l’arte contemporanea come tema non del tutto risolto.

«All’aspetto informativo, - ha continuato Trione - abbiamo aggiunto quello saggistico, sempre nel segno di un estremo rigore storico e critico, con assoluta attenzione alla scrittura». Per questo «abbiamo invitato alcune personalità che vengono da altri campi - filologi, scienziati, scrittori - a scrivere di alcuni problemi sull’arte del nostro tempo, per avere uno sguardo laterale, diverso da quello degli storici ortodossi», ha concluso.