Gaming

Tunic, il videogioco «vecchio stile» dove è divertente cavarsela da soli

Non giudicare il libro dalla copertina: sotto la grafica colorata e deliziosa, si cela un’avventura per gamer esperti e pronti a una sfida assai impegnativa
Paolo Paglianti
22.03.2022 19:03

Attenzione, non fatevi ingannare dalla grafica di Tunic. Sembra un videogioco per bambini, dall’aspetto «carino e coccoloso», ma proprio come i pinguini del film d’animazione Madagascar nasconde un’anima da videogioco vecchia scuola. Quei videogame in cui devi capire da solo come e cosa fare, dove trovare le armi, e come battere quel dannato boss di fine livello.

Inizierete il gioco senza molti preamboli con il vostro alter ego che si risveglia su una spiaggia. La grafica è lontana dai giochi super dettagliati e foto realistici, ma è comunque assai deliziosa: colori vivaci e personaggi  «carini» in un mondo isometrico tridimensionale. Il volpacchiotto che impersoniamo all’inizio dell’avventura  non ha neppure un’arma: sarà meglio trovarne una velocemente, perché il mondo di Tunic sarà anche colorato e simpatico, ma è pieno di nemici assai poco amichevoli. Combattere, però, non sarà l’unico ostacolo offerto dal gioco, anzi.

Nulla da spiegare
A differenza della maggior parte dei giochi odierni, Tunic non vi spiega nulla: il «manuale» è sparso per tutta l’area di gioco, e troverete le pagine singole solo esplorando per bene ogni anfratto. In più, per rendere ancora più complicato capire cosa fare e dove, è scritto con rune incomprensibili. Il fatto di avere il manuale scritto in una lingua ignota ha ricordato, a chi vi sta scrivendo, quei tempi lontani proprio degli anni ’80 in cui i videogame si compravano in negozietti per appassionati, e a volte ti trovavi il manuale in giapponese e dovevi capire come funzionasse il gioco facendo esperimenti. Ecco, Tunic è esattamente così: spiega pochissimo al giocatore, che deve sbrigarsela da solo – e questo meccanismo fa proprio parte della sfida e del divertimento.

Ovviamente, oggi è comunque tutto più semplice: il gioco è uscito da pochi giorni, ed esistono già tonnellate di guide e soluzioni video su Youtube. Tuttavia, vi consigliamo di provare Tunic cercando di resistere alla tentazione di cercare aiuto online. Non è un gioco complicato in valore assoluto: i combattimenti sono normalmente abbastanza semplici, e in meno di un paio di ore avrete trovato spada e scudo che insieme vi permettono di affrontare quasi tutti gli avversari in relativa scioltezza. Poi scoprirete, per esempio, che i fogli del manuale che riportano le mappe delle segrete e dei sotterranei sono interattivi, e se siete in quella location apparirà l’iconcina della vostra volpe per indicarvi esattamente dove siete tipo GPS. Dopo qualche esperimento, imparerete a «migliorare» il vostro personaggio, rendendolo più forte, scattante e resistente agli altari che vi fanno rinascere in caso di morte. L’unica vera difficoltà del gioco sono i «boss» di fine livello che sono un po’ ostici (ma tutto sommato è anche giusto così) e alcuni enigmi davvero tosti, dove vi dovreste spremere le meningi per bene.

Ricordando Zelda
Tunic è un affascinante gioco di esplorazione, consigliato a chi è già veterano di qualche Zelda oppure ha voglia di affrontare una sfida impegnativa ma piena di soddisfazione. È disponibile su PC e Mac, oppure su console Xbox One e Series X, dove è dal primo giorno di pubblicazione incluso nel servizio di abbonamento Microsoft Game Pass: se lo avete sottoscritto (costa circa 12 CHF), potrete giocare Tunic senza spendere un centesimo in più.

Tunic è localizzato in italiano, anche se – come abbiamo scritto prima – la maggior parte dei testi saranno scritti con rune (volutamente) incomprensibili. La classificazione dell’età consigliata PEGI è 7+, quindi adatto praticamente a tutti.