Letteratura

Un festival che accende la luce sui grandi problemi dell'uomo

Si è chiusa ieri con un buon successo di pubblico la diciassettesima edizione di ChiassoLetteraria — Una trentina le autrici e gli autori che per sei giorni hanno riflettuto sul loro ruolo nella società contemporanea
© ChiassoLetteraria/Di Savino
Mattia Darni
15.05.2023 12:00

Il rifiuto della distinzione tra cultura alta e cultura bassa: questa è forse una delle molteplici forme di dissidenza che oggi può assumere la letteratura. È quanto emerso dalla diciassettesima edizione di ChiassoLetteraria che, andata in scena nella cittadina di confine (con delle parentesi a Mendrisio) da martedì 9 maggio a ieri sera, aveva nella dissidenza il suo filo conduttore. Diversi sono stati infatti gli autori e le autrici che, nel corso della manifestazione, hanno proposto tale approccio alla scrittura. A partire da Andrea Donaera che, durante il suo intervento, ha spiegato come non si possano più scrivere libri pensando ai libri, ma si debba pensare anche alle altre forme d’arte quali la musica pop, il cinema e le serie TV. Tali espressioni artistiche, inoltre, secondo lo scrittore italiano non devono più essere considerate inferiori alla letteratura. Ecco allora che nei romanzi odierni non ci si deve più vergognare ad affiancare Dante a Britney Spears.

A far eco alle parole di Donaera, in quello che è stato un dialogo a due voci, è quindi stata Olga Campofreda che nel suo libro Ragazze perbene cita appunto il titolo di un brano della cantante americana: Born to make you happy. Il riferimento, ha illustrato la scrittrice italiana, le è servito per sottolineare come, per anni, alle giovani donne sia stato propinato il modello della ragazza «perbene» che vive per rendere felici gli altri invece che se stessa. Tale modello, secondo Campofreda, ha mostrato i suoi limiti e per rendersene conto basta guardare al vissuto di Britney Spears.

Sulla medesima lunghezza d’onda dei due autori italiani è stato anche il poeta, scrittore, musicista e performer britannico di origini caraibiche Roger Robinson il quale ha messo l’accento su come, per lui, la differenza non deve venire fatta tra cultura alta e cultura bassa bensì tra opere di valore e opere cattive.

La fusione tra forme d’arte diverse si è vista anche nelle opere di un altro dei protagonisti dell’edizione 2023 di ChiassoLetteraria: il poeta, scrittore e regista iracheno Hassan Blasim. Durante il suo intervento, egli ha ammesso che il cinema ha una forte influenza sulla sua scrittura in quanto, a differenza di molti autori arabi che curano in modo maniacale l’aspetto estetico della lingua, a lui interessano invece le immagini che riesce a evocare nella mente dei lettori.

Una dissidenza multiforme

Numerosi sono stati gli incontri di successo in cui si è riflettuto delle varie forme di dissidenza, a partire da quello di apertura con l’avvocata, attivista e scrittrice premio Nobel per la pace 2003 Shirin Ebadi che ha raccontato dei suoi sforzi per far rispettare i diritti umani, in particolare quelli delle donne, dei rifugiati e dei bambini, in Iran.

Lo scrittore russo Mikhail Shishkin ha invece illustrato come con le sue opere egli voglia salvare la cultura del suo Paese dal suo nemico principale: il regime di Vladimir Putin.

La scrittrice italiana di origini somale Igiaba Scego ha dal canto suo auspicato che la letteratura possa essere un modo per far dialogare due continenti che oggi non si parlano: l’Europa e l’Africa.

Ironia elvetica

Durante la sei giorni del festival il pubblico ha avuto modo di scoprire che anche la letteratura svizzera può assumere un carattere dissidente. In questo senso, hanno spiegato lo scrittore svizzero di lingua francese e origini rumene Eugène e la scrittrice svizzera di lingua francese Isabelle Flükiger, uno strumento utile può essere l’ironia in quanto essa permette una messa a distanza, da una parte, e di dire le cose senza dirle scrivendo il contrario di ciò che si pensa, dall’altra.

Nel corso della sua Carta Bianca poetica Fabio Pusterla e i suoi ospiti Paola Loreto, Gabriel Del Sarto e Massimo Gezzi hanno invece sottolineato il carattere dissidente della poesia la quale, considerata oggi da molti inutile, consente di mettere in evidenza la mercificazione del mondo contemporaneo nel quale ogni cosa deve avere un valore di mercato.

Un bagno di pubblico

Quella che si è chiusa ieri è stata un’edizione di successo non solo per gli argomenti trattati e lo spessore degli ospiti presenti, ma anche per la risposta di pubblico: 5.800 sono infatti state le presenze durante la sei giorni del festival.