Un fumettoso re degli abissi

Se la Marvel ha il suo universo e aggressivamente ne amplia i confini cinematografici in ogni modo – il nuovo cartoon di Spider-Man ora nelle sale ne è un esempio – anche l’altro grande marchio dei fumetti americani, la DC Comics, la casa di Superman e Batman, cerca di sfruttare i suoi supereroi. Abbiamo avuto così i vari Batman vs Superman, il film di Wonder Woman e la risposta DC agli Avengers con Justice League. Ora tocca ad Aquaman, già appunto membro della lega della giustizia, approdare nelle sale con un film tutto suo. Lo dirige James Wan, veterano degli action (Fast and Furious 7) e degli horror-thriller (Insidious, The Conjuring , vari Saw). A interpretare il protagonista, una montagna di muscoli a suo agio sia sulla terra ferma che nelle profondità dell’oceano, visto che nel film è figlio di un umano e niente meno che della regina di Atlantide: Jason Momoa.
143 minuti, oltre due ore e 20, questa la durata di un mastodontico film supereroistico dove letteralemente ci finisce di tutto. Ci sono le fatiche dell’eroe, come nella mitologia o nelle fiabe, impegnato a ritrovare un magico tridente perduto, unica possente arma che può aiutarlo a fermare una guerra tra gli abitatori degli abissi e quelli della superficie. Ci sono i momenti da romanzo d’appendice, con la mamma (Nicole Kidman) che si innamora di un uomo, e poi viene rispedita a sposare il suo promesso sposo in Atlantide, e poi bandita e poi sacrificata a dei mostri marini. C’è il fratellastro Orm (Patrick Wilson) che giura vendetta e vuol spazzar via gli uomini. C’è il mentore con lo chignon (Willem Dafoe). C’è Mera, la figlia di uno dei re delle tribù dell’oceano (lei è Amber Heard, mentre Dolph «ti spiezzo in due» Lundgren con improponibili capelli rosa è il padre) che naturalmente si innamora dell’eroe. Eroe che per cronaca si chiama Arthur e che l’ex Khal Drogo di Trono di Spade, tatuassimo ed espressivo come i suoi bicipiti, interpreta cercando di metterci un po’ di ironia oltre lo sguardo truce, nella più classica tradizione degli eroi dei film d’azione.
Che dire? La cifra del film è un kitsch esasperato, che non teme il ridicolo anzi ci sguazza felice, tra momenti imbarazzanti come le sequenze iniziali con Nicole Kidman in una improbabile tutina rapita dal fascino terrestre di Temuera Morrison. O come l’arrivo di Arthur e Mera in una Sicilia che sembra fatta di zucchero filato. Una cosa è certa, mentre la Marvel fa strage alla DC ancora devono trovare la formula giusta per non trasformare i loro eroi a fumetti in fumettoni.