Un maledetto imbroglio

Chi, dopo Il lato positivo, riteneva troppo sopravvalutato il regista David O. Russell dovrà rivedere il giudizio. Perché American Hustle – L'apparenza inganna non è solo una commedia frizzante ma l'autore è abile nel rimescolare i generi e reinventare l'immagine di attori consacrati dalla fama. Con un risvolto amaro nel tratteggiare i rapporti umani in chiave di manipolazione. Christian Bale è un truffatore che trova la sua anima gemella in Amy Adams, femme fatale e finta lady; insieme saranno i Bonnie e Clyde dell'inganno. Bradley Cooper è invece un frustrato agente FBI smanioso di fare carriera. Quando Cooper intrappola i due imbroglioni li arruola per smascherare politici corrotti. Ma i tre non hanno fatto i conti con i sentimenti e con la moglie di Bale (Jennifer Lawrence), casalinga disperata e psicolabile. L'operazione anticorruzione s'ingarbuglia, entra in scena la mafia (con cameo di Robert De Niro, che per un attimo riporta alle atmosfere noir di Quei bravi ragazzi e Casinò) e Bale avrà il suo daffare per cercare di uscirne da vincente. Liberamente ispirato a una vera inchiesta dell'FBI alla fine degli anni '70, al film però interessanno le psicologie dei personaggi e la ricostruzione degli umori dell'epoca. Film corale, American Hustle ha i suoi punti di forza nel reparto tecnico (dalla fotografia a una colonna sonora d'impatto che comprende Duke Ellington come la disco music) e soprattutto in un cast strepitoso e affiatato che si mette in gioco con personaggi esagerati, ma non macchiettistici. A partire da Christian Bale ingrassato e imbolsito che sfoggia riporto e toupet, Amy Adams con scollature vertiginose, Bradley Cooper con riccioli e bigodini, Jeremy Renner sindato populista con un look alla Tony Manero e la Lawrence bionda cotonata e finta oca che sembra la parodia di Marilyn. American Hustle si è già accaparrato sette nomination al Golden Globe e sembra ben piazzato per la corsa agli Oscar.