Un vero Rocky e suo fratello

"The Fighter", con Mark Wahlberg e Christian Bale
Red. Online
09.03.2011 00:08

Una storia di delusionie di riscatto: una storia di boxe, in tutto e per tutto quella raccontata da The Fighter, con in più però una componente familiare prepotentemente in primo piano. Il film di David O. Russell, che arriva sull?onda dei due Oscar conquistati dagli attori non protagonisti (Christian Bale e Melissa Leo), è tratto dalla vicenda reale di Micky Ward, peso welter che nel 2000 conquistò un titolo mondiale. Anzi, non è solo la sua storia: è la sua e quella di suo fratello maggiore Dicky, nonché della madre Alice e di tutta una pletora di sorelle, patrigni e parenti vari.Classe operaia della periferia americana, questa la cornice. È una famiglia di bianchi poveri quella da dove viene Micky Ward (Mark Wahlberg), un brav'uomo che sbarca il lunario facendo l?asfaltatore e seguendo la sua passione, quella della boxe appunto. Il pugilato è una sorta di religione a casa sua. Il fratello maggiore Dicky (Christian Bale) è stato una gloria locale dei guantoni. Il suo momento di massimo splendore lo ha avuto quando ha messo al tappeto Sugar Ray Leonard. Ma è passato un sacco di tempo da allora e Dicky, invece di proseguire la carriera, è sprofondato nella droga facendosi di crack. Però, continua ad allenare il fratello al quale vuole bene e a cui può ancora dare consigli utili. Almeno, lo allena quando non è troppo fatto per ricordarsene. Anche la madre Alice (Melissa Leo) fa parte del gioco. È lei infatti la manager del giovane Micky, anche se tutte le attenzioni sono rivolte a Dicky, soprattutto ora che una troupe della HBO sta girando un documentario su sul suo figlio prediletto: sul suo grande ritorno, così la vende lui, su come si fa a cadere dalle «stelle» – vere o supposte tali – alle stalle in realtà, e cioè a spofondare nella tossicodipendenza. David O. Russell racconta tutto questo con passione e chiarezza. Il film ha sia i toni del dramma che quelli della commedia amara. Lo stile è ruvido, più vicino al documentaristico che al patinato ed è estremamente efficace, sia per ritmo che per sceneggiatura nel dar corpo ai complessi nodi familiari e umani della vicenda. Personaggi complessi, eppure nitidi e credibili, ai quali gli attori danno corpo e anima con intensità e convinzione, soprattutto Bale, dimagrito, emaciato e quasi irriconoscibile che con questa interpretazione si è pienamente guadagnato la sua statuetta e poi Wahlberg, il più puro del mazzo, che riuscirà a riscattarsi con testa, disciplina, sangue e sudore e soprattutto cuore e tenacia.