Una rarità tra gli elefanti

Quando li hanno visti per la prima volta, le guide dell’associazione locale «Salviamo gli elefanti» non potevano credere ai suoi occhi. Il telefonino era acceso come sempre in modalità video per documentare quel che succede, giorno dopo giorno, nella riserva naturale di Samburu, nel nord del Kenya. E, in particolare, per documentare gli esemplari di pachiderma che si aggirano liberi in questa riserva naturale. E poi, la sorpresa. E che sorpresa... doppia, persino! Infatti, due gemelli appena nati zampettavano allegramente attorno alla loro mamma, Bora (di 16 anni di età), e sotto l’occhio vigile di un maschio, Daud. Forse proprio il papà. I due cuccioli, un maschio e una femmina ancora senza nome, sono una rarità nel regno di questi grandi animali. È molto difficile, infatti, trovarsi di fronte a un parto gemellare (guarda il video allegato a quest’articolo).
I filmati (realizzati lunedì ma diffusi da poche ore) mostrano i due splendidi neonati, di pochi giorni di vita, che si abituano all’ambiente della savana con la loro madre amorevole. Iain Douglas-Hamilton, fondatore di «Save the Elephants»—questo il nome dell’associazione locale che si batte a favore degli elefanti e che da 28 anni ne studia il comportamento e le abitudini—, ha sottolineato che occorre tornare indietro nel tempo fino al 2006, prima di imbattersi in un evento del genere, documentato per la prima volta nel parco. All’epoca, però, entrambi i neonati morirono pochi giorni dopo la nascita. «Un fenomeno del genere è estremamente raro nelle popolazioni di elefanti. Avviene solo nell’uno per cento delle nascite». È anche vero che, di norma, le madri non hanno latte a sufficienza per sostenere lo svezzamento di due esemplari in un colpo solo. «Sì, i prossimi giorni saranno davvero duri per i nuovi arrivati, ma abbiamo tutti le dita incrociate affinché sopravvivano».

L’elefante africano ha il periodo di gestazione più lungo di qualsiasi mammifero vivente: 22 mesi. E partorisce ogni quattro anni circa. Questi animali, in Kenya e in altri paesi dell’Africa subsahariana, sono preda facile per i bracconieri, i quali li uccidono per alimentare la domanda di avorio da usare nelle medicine tradizionali in Asia. Le autorità, tuttavia, hanno dichiarato che nel 2020 il numero di elefanti nel Paese è più che raddoppiato, grazie all’aumento degli sforzi anti-bracconaggio. Ed è passato dai 16.000 del 1989 ai 34.000 del 2018. Il primo censimento nazionale della fauna selvatica condotto l’anno scorso, poi, ha ulteriormente rivisto al rialzo la stima sul numero degli esemplari, portando la cifra a 36.280. La cifra rappresenta un aumento del 12% rispetto ai numeri della popolazione registrati nel 2014, quando l’uccisione per l’avorio era stata nettamente più incisiva.
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, tuttavia, l’anno scorso ha lanciato un avvertimento, mostrando il quadro generale dei fatti. Il bracconaggio e la distruzione dell’habitat, in particolare a causa della conversione della terra per l’agricoltura, hanno avuto un effetto devastante sul numero di elefanti in Africa nel suo complesso. La popolazione degli elefanti della savana africana è crollata di almeno il 60 per cento nell’ultimo mezzo secolo, spingendo la loro riclassificazione come «in pericolo» nell’ultimo aggiornamento della «Lista Rossa» delle specie minacciate.