Una storia d'amore al buio

Nel nuovo lungometraggio di Silvio Soldini
Valeria Golino e Adriano Giannini nel film.
Marisa Marzelli
11.10.2017 23:43

In "Il colore nascosto delle cose", il decimo lungometraggio di finzione del regista svizzero-milanese Silvio Soldini, si racconta l'incontro di due personaggi diversissimi. L'osteopata Emma (Valeria Golino) è cieca dall'adolescenza. Autosufficiente, autoironica ed equilibrata ha imparato a cavarsela nella vita. Teo (Adriano Giannini), brillante creativo pubblicitario, è invece incasinato, donnaiolo, in fuga dalla famiglia d'origine e da legami sentimentali stabili. Si conoscono in un incontro al buio tra vedenti e non-vedenti. Per curiosità l'uomo comincia a frequentarla, poi il rapporto si rafforza. Però alla sua fidanzata racconta di «fare volontariato con una cieca». Ma i nodi verranno al pettine, tra litigi e abbandoni. Alla fine, Teo metterà la testa a posto?Valeria Golino ha davvero raggiunto la maturità interpretativa. L'affianca un Giannini esuberante ma ben distante dalla macchietta in cui il personaggio potrebbe scivolare. Soldini, che aveva già esplorato la cecità nel documentario Per altri occhi (2013), propone una metafora a più livelli sul vedere/non vedere. Emma guarda la vita dritta negli occhi, sebbene usi il bastone bianco per orientarsi; Teo chiude gli occhi sulle responsabilità che non vuole assumersi. Senza dimenticare che – è anche un comune modo di dire – l'amore è cieco.