Una storia d'amore in Normandia

Presentato l?anno scorso alla Mostra di Venezia nella sezione Settimana della Critica, insignito in patria del Prix Michel d?Ornano per la migliore opera prima, Angèle et Tony ha dei film intimisti francesi i pregi ma non gli abituali difetti. Pur essendo minimalista nel racconto non è pretenzioso nel «messaggio». È una lieve storia d?amore che sa esplorare sentimenti non ostentati e insieme aprire uno squarcio sociale su una realtà periferica poco frequentata dal cinema: quella dei pescatori in Normandia.Angèle è una giovane donna sfrontata e sbandata, almeno in apparenza. È stata in carcere per aver causato la morte del marito in un incidente. Se non dimostra di avere una situazione economica e famigliare accettabile non avrà l?affidamento del figlioletto, momentaneamente ospite dei nonni paterni. Tony è un pescatore non più giovanissimo, taciturno. S?incontrano grazie ad un annuncio matrimoniale. Lei vuole solo sistemarsi per poter riavere il figlio, lui – pur ritenendosi goffo e inadeguato – vorrebbe davvero farsi una famiglia. I primi incontri non lasciano ben sperare. Ma piano piano i due cominciano a guardare all?altro come ad una possibilità di compensazione delle rispettive fragilità. Intanto l?occhio della macchina da presa si allarga alla vita dei pescatori. E qui lo sguardo attento della regista e sceneggiatrice Alix Delaporte compie un ottimo lavoro. Il risultato non sarebbe però così convincente senza l?apporto fondamentale dei due interpreti, entrambi attori anche teatrali. Lei è Clotilde Hesme, lui è Grégory Gadebois.