Vendita record all’asta da Christie’s per un Van Gogh

Un acquarello di Vincent Van Gogh confiscato dai Nazisti durante la Seconda Guerra mondiale e mai esposto in pubblico dal 1905 ha stabilito il nuovo record mondiale per un’opera su carta dell’artista olandese: all’asta di Christie’s a New York il coloratissimo disegno che raffigura covoni di grano, eseguito nel 1888 ad Arles, in provenza, è stato venduto, ieri sera, per 35,9 milioni di dollari ad un acquirente presente nella sala del Rockefeller Center, il quale ha richiesto di restare anonimo.
I proventi della vendita di «Meules de Blé» («Fienili»), dipinto da Van Gogh nel 1888, saranno divisi tra l’attuale proprietario - la famiglia del petroliere texano Edwin Cox - e gli eredi di due famiglie ebree i cui predecessori l’avevano posseduto durante la guerra e che finalmente si sono messi d’accordo sui termini della vendita.
«È un tour de force di eccezionale qualità», ha detto dell’acquarello Giovanna Bertazzoni, l’italiana responsabile del Dipartimento di Christie’s che si occupa dell’arte tra Ottocento e Novecento. Si è trattato di un record assoluto per un’opera su carta dell’artista il cui precedente primato si attesta a 14 milioni di dollari pagati nel 1997 per «La Moisson en Provence».
L’acquarello raffigura un grande fienile sullo sfondo di donne al lavoro nei campi di grano di Arles: fu esposto in pubblico per l’ultima volta nel 1905, parte di una più vasta mostra su Van Gogh allo Stedelijk di Amsterdam. Appartenuto inizialmente a Theo, il fratello dell’artista, fu comprato nel 1913 da Max Meirowsky, un industriale di Berlino.
In fuga dalla Germania nel 1938 dopo la presa del potere di Hitler, Meirowsky aveva affidato i «Fienili» a Paul Graupe un gallerista ebreo che lavorava a Parigi e che a sua volta l’aveva venduto a Alexandrine de Rothschild, parte della famiglia di banchieri ebrei. Allo scoppio della guerra Alexandrine fuggì in Svizzera e l’acquarello, assieme al resto della sua collezione, fu confiscato dai nazisti e portato al Jeu de Paume, allora trasformato in centro di smistamento per opere d’arte «degenerate» o saccheggiate agli ebrei. A quel punto del dipinto si persero le tracce. Secondo Christie’s fu portato al Castello Kogl in Austria, probabilmente finì anche in una collezione privata non identificata. «Fienili» riapparve nel 1978 presso la galleria Wildenstein & Co. di New York, dalla quale l’anno dopo lo acquistò Cox.
L’asta di giovedì di Christie’s è solo una delle grandi vendite di autunno a New York: secondo il «Wall Street Journal», nelle prossime due settimane passeranno di mano opere per almeno 1,6 miliardi di dollari. Christie’s, Sotheby’s e Phillips offriranno almeno 15 pezzi valutati oltre venti milioni di dollari tra cui «Il Naso» di Alberto Giacometti (stima 70-90 milioni), un Mark Rothko (Numero 7) con la stessa stima, un gigantesco «Senza titolo (Peonie)» di Cy Twombly (40-60 milioni) e un autoritratto di Frida Kalho («Diego y yo») che ha una stima di 30 milioni. Ad alimentare le corse al rialzo sarà la dispersione di importanti collezioni private: quella di Cox è valutata 179 milioni di dollari, mentre la raccolta degli ormai ex coniugi Harry e Linda Macklowe ha una stima per difetto a 600 milioni.