La recensione

Le molte morti di Callisto Protocol

Non è un caso, visto che il videogioco appartiene al genere dei survival horror ovvero quei giochi in cui lo scopo principale è trovare un modo per sopravvivere
Paolo Paglianti
08.12.2022 06:00

Mettetevi il cuore in pace: in The Callisto Protocol, morirete spesso e volentieri. Non è una novità nei videogiochi, ma The Callisto Protocol ci tiene così tanto ad ammazzarvi in modi spettacolari e poco ortodossi che nei prossimi mesi potrete acquistare una «espansione» con animazioni aggiuntive che mostreranno la vostra dipartita in modo ancora più pittoresco e splatter. Questa è vera dedizione.

Non è un caso: The Callisto Protocol appartiene al genere dei survival horror, ovvero quei giochi in cui lo scopo principale è trovare un modo di sopravvivere: succede lo stesso in Resident Evil, per esempio. L’ambientazione è assai diversa, però: qua ci troviamo sull’omonima luna di Giove dove ha sede un carcere extramondo. La nostra giornata inizia con un abbordaggio spaziale, prosegue con uno schianto su Callisto e termina con le guardie del complesso che decidono di sbatterci in cella senza troppe cerimonie.

Il risveglio è ancora più traumatico: il nostro alter ego non ha nemmeno il tempo di realizzare quanto è sfortunato, che si ritrova in mezzo a una invasione di mutanti. Molti ex-carcerati, che già non potevano vantare un carattere gioviale e pacifico, ora sono diventati dei «cosi» pieni di bubboni dediti al massacro e allo squartamento. Quando ci risvegliamo nella cella, la situazione è già precipitata: le guardie sono state sopraffatte e i corridoi sono il regno dei mutanti. Dovremo quindi cercare qualche arma e un modo di andarcene dal complesso prima di finire fatti a pezzi.

Visivamente, The Callisto Protocol è un vero spettacolo: tra riflessi, giochi di luce, sbuffi da vapore, sembra di vedere un film sci-fi. Il nostro eroe, Jacob, trova presto una spranga che gli consente di difendersi dai mutanti: i combattimenti sono brutali e impietosi, e se non riuscite a parare o schivare i colpi dei nemici finirete uccisi. Dovrete imparare una «danza» di parate e affondi, che dopo qualche mezz’ora di gioco diventa abbastanza meccanica. Dopo un’oretta di gioco, troverete anche la prima arma da fuoco, che grazie a delle stazioni di stampa 3D disseminate per il carcere potrete upgradare in modo da renderla più efficace. C’è anche un guanto speciale che vi permette di acchiappare con una specie di gancio telecinetico i mostri e scaraventarli da ogni parte: spedirli contro ostacoli e spuntoni è un vero spasso. Visto che munizioni e cariche del guanto sono sempre molto limitate, il corpo a corpo rimarrà comunque una costante del gioco: purtroppo, The Callisto Protocol in questo è un po’ troppo «pesante» e lento, e se da una parte i combattimenti contro un solo nemico diventeranno presto ruotine, quelli contro due o tre nemici in contemporanea sono una vera dannazione, tra animazioni lente e movimenti imprecisi. Un aspetto magari tollerabile in un survival horror, ma avremmo preferito una maggiore fluidità.

È il nuovo Dead Space?

È sempre sbagliato, secondo chi vi scrive, giudicare un gioco pensando a un altro videogame. Tuttavia, da quando è stato presentato il progetto di The Callisto Protocol, il publisher e lo sviluppatore hanno spinto sull’acceleratore il confronto con Dead Space, capolavoro di survival horror di inizio anni 2000; non a caso, considerando che il «regista» di The Callisto Protocol è lo stesso della serie Dead Space. I due giochi visivamente si assomigliano parecchio: in entrambi, ci ritroviamo in un’installazione spaziale sconosciuta, dobbiamo esplorarla a fondo per trovare un modo di abbandonarla, combattendo contro orde di mostracci che vogliono farci a pezzi. Tuttavia, il gioco è ben diverso: prima di tutto, Dead Space era arricchito da puzzle e enigmi sfiziosi, mentre in The Callisto Project ne troveremo di banali (tipo, trovare un aggeggio per aprire una porta, che si trova a due passi dalla porta stessa). Anche l’esplorazione è molto più lineare, e infatti in Callisto non esiste la mappa: non correte il rischio di perdervi, c’è solo una strada seguire, a parte qualche piccolissima deviazione per trovare qualche munizione o credito in più.

Soprattutto, Dead Space è un horror. Ricordiamo ancora, a vent’anni di distanza, alcune situazioni specifiche in cui ci siamo davvero spaventati (per quanto questo possa succedere in un gioco). The Callisto Protocol è un gioco splatter: dopo dieci stanze piene di sangue e cadaveri, dopo dieci scatole da cui salta fuori un mutante, dopo dieci angoli da cui spunta un nemico, è ruotine anestetizzata. Difficile rimanere «spaventati». Volendo fare un paragone cinematografico, Dead Space era un po’ l’Alien dei videogiochi, mentre The Callisto Protocol è più Event Horizon.

The Callisto Protocol non è un brutto gioco, sia chiaro: visivamente è magnifico (ma attenzione a giocarlo su PC, perché secondo le recensioni degli utenti è facile incappare in rallentamenti e difetti di ottimizzazione), e come gioco survival funziona abbastanza bene, anche se non raggiunge le vette di Dead Space o Resident Evil. Il nostro consiglio, a meno di non adorare il genere, è di aspettare qualche sconto post natalizio. Oltreuttutto, nei primi mesi del 2023 arriverà il remake di Dead Space, forse vale la pena aspettare.

The Callisto Protocol è disponibile per Xbox Series X|S e One, PlayStation 4 e 5, PC; sono tradotti nella nostra lingua solo i sottotitoli, mentre il parlato rimane in inglese; il PEGI di età consigliata, naturalmente, è 18+.

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