The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered

Perché vi consigliamo di giocare alla Remaster di un classico del 2006? Gli ultimi 24 mesi sono stati particolarmente gratificanti e ricchi di giochi di ruolo per PC e console: la serie di uscite a dir poco memorabili è iniziata con quel Baldur’s Gate 3 che ha fatto impazzire mezzo mondo (è piaciuto un sacco anche a noi), e poi è proseguita con titoli un po’ più immediati come Avowen (qua la nostra prova su strada) e altri più impegnativi, come Kingdom Come: Deliverance 2. Ora, quasi a sorpresa, Microsoft e Bethesda hanno pubblicato la remastered di un titolo che ha letteralmente scritto la storia dei giochi di ruolo su PC e console - The Elder Scrolls IV: Oblivion. Operazione nostalgia o classico da riscoprire?
Siamo nel regno di Cyrodiil, già teatro degli eventi di Morrowind (2002) e futura casa di Skyrim (2011). Come da tradizione per il franchise di The Elder Scrolls, iniziamo la nostra avventura da prigionieri, questa volta dietro le sbarre addirittura nelle segrete della capitale. L’Imperatore in persona, scortato dal fedele ordine delle Blade, sta fuggendo da misteriosi aggressori, e il passaggio segreto per la sua fuga passa proprio attraverso la nostra cella. Quando una delle guardie apre il passaggio, ci uniamo al gruppo nella speranza di riconquistare la libertà..
Piccolo spoiler: l’Imperatore farà una brutta fine, ma non prima di averci confidato di averci già incontrato in sogno. A quanto pare, siamo una sorta di prescelto destinato a trovare il suo erede legittimo e a sventare il piano di conquista degli invasori provenienti da un’altra dimensione.
Ed eccoci liberi, con una missione importantissima, ma soprattutto un mondo intero davanti a noi. Cyrodiil ci aspetta: un continente da esplorare, con le sue otto grandi città popolate da personaggi curiosi e memorabili, le gilde dei Maghi e dei Guerrieri — e quelle più riservate, degli Assassini e dei Ladri.
La trama principale, che ci porterà a combattere i Daedra anche a casa loro — sono delle creature infernali provenienti da una dimensione che ricorda da vicino l’Inferno dantesco — e a rintracciare l’erede imperiale, è in realtà solo un pretesto farci conoscere il vero potenziale del gioco, la miriade di missioni secondarie ancora più affascinanti.
Troveremo mogli disperate che ci chiedono di recuperare manufatti perduti in notti di tradimenti, maghi impegnati a salvare amici intrappolati nei loro sogni, cittadini paranoici convinti di essere perseguitati dai vicini — a volte per davvero, a volte per pura immaginazione. Ci imbatteremo in negromanti che si riuniscono nottetempo tra le rovine elfiche per rituali empi, in criminali braccati su cui penda una invitante taglia, e perfino in divinità che ci affideranno missioni con ricompense degne del loro rango.
Naturalmente, c’è moltissimo da esplorare: centinaia di grotte, complessi sotterranei dimenticati da millenni, castelli da difendere dai briganti. Dovremo affrontare una moltitudine di nemici, dagli zombi ai topi taglia XXXL, leoni di montagna, orsi, scheletri, rinnegati, fino ai temibili Daedra e ai loro seguaci. E saremo noi a decidere come combatterli: con spada e scudo, lanciando palle di fuoco o fulmini, oppure nascosti nell’ombra, scagliando dardi letali a distanza.
Questo è il bello di Oblivion: la sua capacità quasi unica di costruire un mondo credibile, pieno di scelte e percorsi diversi, in cui vivere mille avventure. Possiamo diventare assassini o guerrieri, maghi o ladri. Il gioco originale del 2006 è stato trasportato in un motore grafico moderno, e il risultato è sorprendente: la magia di quasi vent’anni fa è rimasta intatta, ma oggi indossa un nuovo «vestito», con panorami mozzafiato, città magnifiche e un colpo d’occhio che lascia a bocca aperta.
Oblivion non era — e non è — un gioco perfetto: i personaggi possono ancora incastrarsi nei muri, e il combattimento corpo a corpo rimane un po’ troppo semplificato e al tempo stesso confusionario. Ma il titolo di Bethesda resta uno dei migliori giochi di ruolo mai creati, un’esperienza imperdibile per chi ama il fantasy e cerca un’avventura fuori dagli schemi, in cui decidere dove andare, cosa fare e come farlo.
Se avete già giocato all’originale due decadi fa, sarà come tornare a casa. Se non lo avete mai provato, questa è l’occasione perfetta per scoprire un classico che ha ispirato dozzine di titoli successivi — pochi dei quali sono riusciti a raggiungere i suoi livelli di eccellenza e coinvolgimento.
The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è disponibile su PS5, PC e Xbox Series X|S. Su queste ultime due piattaforme è incluso in Game Pass, l’abbonamento «all you can play» di Microsoft. La remastered comprende anche i due DLC: Knights of the Nine e l’eccellente Shivering Isles. Il gioco è completamente tradotto in un ottimo italiano (solo nei testi: il doppiaggio rimane in inglese) e ha una classificazione PEGI 18+.