La settimana in gioco

Tre nuovi videogame fuori dal comune

Formula Legends, Hell is Us e Metal Eden rischiano ingiustamente di passare inosservati
Paolo Paglianti
24.09.2025 19:30

In un settembre così ricco di uscite, è facile «perdersi» qualche videogame, specie se non è un «tripla A», ovvero quei titoloni blockbuster che puntano a vendere milioni di copie. Ecco quindi tre videogiochi che abbiamo provato nella prima metà del mese e che ci hanno colpito.

Formula Legends

Creato dal team milanese di 3D Clouds, Formula Legends è un racing veloce, cartoonesco e immediato ispirato alla Formula 1 e alla sua storia. Il piatto forte del gioco è la modalità «storia», in cui dovrete affrontare sette «decenni» di F1, dagli anni ’60 ai giorni nostri. Non è un simulatore, è un racing che può essere molto impegnativo: una delle sue qualità è data proprio dall’eccellente scalabilità. Attivando gli aiuti alla guida, in particolare l’ABS, diventa praticamente un arcade alla portata di tutti. Togliendoli, un osso duro anche per i veterani dei racing. Questo, unito alla grafica «carina e coccolosa» e a controlli completi ma immediati, lo rende un ottimo racing sia per gli appassionati sia per i giocatori alle prime armi. Non ha licenze ufficiali – correremo sulle McLauden e sulle Ferenzo, ha «soltanto» 14 tracciati (ma con variazioni) e presenta qualche sbavatura nel comportamento delle auto, ma rimane un gioco estremamente spassoso. L’unica assenza che si fa davvero sentire, manca il multiplayer, ma sembra che lo sviluppatore ci stia lavorando per aggiungerlo post lancio. E costa anche poco, meno di 20 CHF. Disponibile per PC, PlayStation, Xbox e Switch – e c’è anche il demo, se volete provarlo prima di comprarlo. 

Hell is Us

Lo diciamo subito: Hell is Us non è un gioco per tutti. È una avventura oscura, ambientata nella nazione di Hadea. Qui non si combatte solo una spietata guerra tra opposte fazioni, ma sono apparsi anche degli esseri soprannaturali in seguito a una catastrofe non meglio definita, conosciuta semplicemente come la «Calamità». Si esplora, ma senza mappa. Si combatte, ma con ben pochi aiuti. Soprattutto, si risolvono enigmi particolarmente interessanti e astrusi, ma senza assistenza. Per capire cosa fare, ed è proprio l’idea che rende questo gioco una rarità nel panorama moderno, bisogna cavarsela da soli e aguzzare l’ingegno, ascoltando per bene i dialoghi e tenendo gli occhi aperti per non perdersi nessun dettaglio. Non è un gioco semplice, e va affrontato con un certo impegno, sapendo che rinuncerete a tutte quelle comodità che date per scontate: mappe, indicatori su dove andare, consigli su cosa fare, oggetti che si attivano da soli. I combattimenti non sono particolarmente ostici, ma il sistema di recupero dell’energia è dannatamente fastidioso. Se però cercate un gioco che vi costringa a utilizzare la materia grigia e i riflessi, l’avete trovato. Disponibile per PC, Xbox Series X|S e PlayStation 5. 

Metal Eden

Siamo su Moebius, una tentacolare metropoli sospesa nello spazio e costruita da chi voleva sfruttare il pianeta. La missione della protagonista, la guerriera cibernetica dai riflessi fulminei Aska, è esplorare tutti i quartieri, strade e teleferiche di Moebius per raccogliere delle misteriose unità perdute. Tecnicamente, Metal Eden è uno sparatutto, ma di quelli veloci, in cui si spara di continuo, si salta a destra e manca e si corre sulle pareti. L’equilibrio tra «gioco in cui non si capisce niente» e «spassosissimo caos controllato» corre sul filo del rasoio, e Metal Eden riesce quasi sempre a rimanere in equilibrio. Nelle sue circa 8 ore di avventura solo single player, affronterete una serie di livelli, purtroppo molto molto lineari e con pochi bivi esplorativi, e distruggerete una quantità immane di nemici. Da giocare solo se avete adorato gli ultimi Doom e se cercate sparatorie continue. Disponibile per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.  

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