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Tre videogame originali: Railbound, Cult of the Lamb e Immortality

Quanto vale l’originalità in un videogame? In un oceano di seguiti e remake, i giochi che provano strade alternative e tematiche diverse dal classico «eroe che esplora un reame fantasy» hanno un fascino speciale
Una clip di Immortality.
Paolo Paglianti
10.09.2022 16:45

Quanto vale l’originalità in un videogame? In un oceano di seguiti e remake, i giochi che provano strade alternative e tematiche diverse dal classico «eroe che esplora un reame fantasy» hanno un fascino speciale. Questa settimana vi parliamo di tre giochi usciti di recente che abbiamo trovato particolarmente originali: magari non sono perfetti, sicuramente non sono produzioni dal budget hollywoodiano come i titoli più famosi, ma se cercate qualcosa di diverso meritano la vostra attenzione. Partiamo con i trenini e i puzzle di Railbound, fondiamo un culto iconoclasta di Cult of the Lamb e poi ci immergiamo nel mistero dietro la scomparsa dell’attrice Marissa Marcel in Immortality

Railbound

Enigmi e trenini, cosa può esserci di più divertente? In Railbound affronterete oltre 150 livelli in cui dovete costruire il tracciato di una ferrovia per permettere ai vagoni di raggiungere la locomotiva e iniziare il loro viaggio. I primi 10 livelli sono di tutorial, ovvero vi spiegano le regole del gioco: potete piazzare e togliere traversine, potete creare scambi e orientarli nella giusta direzione, oppure utilizzare delle gallerie. Dopodiché inizia il gioco vero e proprio, con enigmi dal mediamente complesso al dannatamente complesso. Difficilmente troverete un enigma simile al precedente, perché Railbound fa di tutto per aggiungere nuove situazioni e problematiche. Si può giocare su PC o Mac, oppure su smartphone (sia iPhone che Android), e su mobile costa circa un terzo che su computer. È un gioco perfetto per ingannare il tempo mentre siete a spasso, ma non è escluso che vi catturi al punto da piazzarvi comodi sul divano per gustarvi sessioni anche ben più lunghe. 

Un gioco per tutti (classificazione PEGI 3+) ed è tradotto in italiano. 

Cult of the Lamb

Vi avvisiamo, qua si sconfina un po’ con il blasfemo. Il protagonista di Cult of the Lamb è un agnellino che viene sacrificato a delle divinità oscure – proprio così, neanche inizia il gioco che verrete sgozzati su un altare. Per fortuna, un’altra divinità intercede per voi e vi rimanda nel mondo dei vivi, con una missione singolare: fondare un nuovo culto che abbatta gli dei che vi hanno sacrificato. 

La grafica e lo stile di Cult of the Lamb sono impareggiabili: l’aspetto cartoonesco sdrammatizza i toni, e per metà del tempo andrete in giro per selve oscure e reami dimenticati a far fuori gli accoliti delle divinità concorrenti a colpi di spada e di incantesimi. Nell’altra metà del tempo, costruirete una comunità attorno al culto che avete fondato, con tanto di tempio, sermoni, tavole antiche con cui annunciare nuovi riti, e convertire adepti. La blasfemia «soft» di Cult of the Lamb ci ha fatto divertire, ma se film come Dogma vi hanno lasciato un po’ interdetti e un po’ offesi, meglio evitare. 

La classificazione età è PEGI 16+ e il gioco non è tradotto in italiano (troverete inglese, tedesco e francese, però). Cult of the Lamb è disponibile per PC, Nintendo Switch, Xbox One/Series X|S e PS4/PS5. 

Immortality

In moltissimi hanno provato a creare film interattivi, in pochissimi sono ci sono riusciti. Ricordiamo con un brivido di noia Bandersnatch su Netflix, per esempio. Il britannico Sam Barlow è un autore che da anni disegna videogiochi che incontrano il cinema, come Her Story e Telling Lies. In Immortality, il suo terzo titolo in questo «genere», impersonerete un ipotetico detective al banco di montaggio video che cerca di scoprire il destino dell’attrice Marissa Marcel: per farlo avrete a disposizione centinaia di spezzoni dei suoi (unici) tre film girati in decadi diverse, e del dietro le quinte di questi film. Guardando una clip, potrete velocizzare la riproduzione o riavvolgerla, oppure mettere in pausa e cercare nella scena: quando troverete un punto interattivo, «salterete» e scoprirete un nuovo spezzone. Pur con un gameplay assai limitato e che prevede di vedere ore di girato, Immortality funziona ed è coinvolgente: scoprirete, seguendo i dialoghi e le scene (soprattutto le interviste e le scene sul set) che c’è un mistero dai contorni oscuri annidato tra le pieghe delle pellicole – per esempio, scene nascoste in altre, oppure clip che se riavvolti mostrano un’altra storia. Quello che rende unico e piacevole Immortality è la qualità della recitazione degli attori, superiore a quella che vediamo in molte serie TV, e alla logica «laterale» che riesce a unire scene di film diversi cliccando su una rosa, una croce o un lampadario: il risultato è che il giocatore si sente davvero al centro dell’indagine sui misteri di questi film e vorrete saperne di più. 

Immortality è un’alchimia riuscita: in parte gioco-film interattivo, in parte una lettera d’amore per il cinema che vi farà scoprire come viene girato un film, e in parte una storia semi-horror. Precisiamo che alcuni contenuti non sono adatti a un pubblico giovane, e infatti ha una classificazione PEGI 16+. 

Immortality è tradotto (i sottotitoli) in italiano e disponibile per PC e Xbox One / Series X|S. Su quest’ultima piattaforma è uscito direttamente nell’abbonamento mensile Game Pass di Microsoft, quindi se lo avete sottoscritto lo potrete giocare senza spendere un franco in più.

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