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We are the Wordle, ecco la prima mania del 2022

È un gioco enigmistico simile a Mastermind e sta spopolando su Twitter: proviamo a capirne di più
© Wikipedia
Stefano Olivari
12.01.2022 20:02

La prima mania globale del 2022, escludendo le conversazioni da bar del coronavirus, si chiama Wordle. Non si tratta dell’ennesima app che per due giorni ci sembra indispensabile, prima di dimenticarla, ma di un semplice gioco enigmistico praticabile sul suo sito e reso virale soprattutto da Twitter (mettere l’hashtag #Wordle apre davvero un mondo). In pratica bisogna individuare ogni giorno una parola misteriosa di cinque lettere, tutto qui. L’unica domanda che conta è quindi la seguente: perché Wordle sta sfondando in tutto il mondo e miliardi di altri giochini no?

Mastermind
Il paragone più immediato è quello con il vecchio, ma neppure troppo visto che la prima versione è del 1970, Mastermind. Solo che invece dei colori (in origine 4, poi diventati 6) con il Wordle bisogna indovinare lettere, sempre ovviamente nel giusto ordine. Per giocare è sufficiente andare sul sito ufficiale, www.powerlanguage.co.uk, e senza bisogno di registrazioni o di pagare un centesimo si gioca subito. In pratica si hanno a disposizione 6 tentativi per indovinare una parola di 5 lettere. Quando si mette la lettera giusta al posto giusto la casella diventa verde, quando si mette una lettera contenuta nella parola ma in un altro posto la casella diventa gialla, quando la lettera non c’è la casella diventa invece grigia. Insomma, quello schema di tentativi e di correzione di errori che stava alla base del Mastermind.

Wardle
Il Wordle è quasi omonimo del suo inventore, lo sviluppatore Josh Wardle, gallese che vive a New York, e al momento non ha una app ufficiale ma soltanto il suo sito, che è ovviamente in lingua inglese e con parole da indovinare in inglese. Detto che il web è pieno di giochi molto simili, rimane da capire come mai Wordle, partito in maniera clandestina lo scorso primo novembre, sia già stato giocato da più di due milioni di persone. Una prima risposta l’ha fornita il suo stesso inventore: Wordle è semplice e porta via poco tempo. Una vera rarità, fra i mille stimoli e le infinite complicazioni della vita di oggi. Aggiungeremmo anche che si tratta di un gioco in cui la competizione è soprattutto con sé stessi, anche se poi ci si confronta con gli amici, e che vista la grafica basic è perfetto per gli smartphone.

Parole
Il principale problema per i giocatori di Wordle è ovviamente il vocabolario. Chi parla bene l’inglese parte avvantaggiato, ma anche chi lo conosce poco può difendersi nel sito originale, al di là dei cloni locali (ce ne sono tantissimi anche in italiano) che stanno nascendo ovunque, addirittura anche a pagamento. Perché la parola quotidiana da indovinare non è una qualsiasi delle oltre 12.000 parole di cinque lettere in inglese, ma una delle 2.500 più usate, che ogni giorno viene scelta a caso da un presunto algoritmo. Wardle ha più volte dichiarato che, essendo un giocatore del suo stesso gioco, nemmeno lui sa quale sarà la parola del giorno dopo. Certo anche senza ripetizioni per esaurirle tutte servirebbero quasi 7 anni, un lasso di tempo in cui qualsiasi cosa passa di moda, a maggior ragione un gioco che non brilla per originalità ma che ha saputo cogliere lo spirito del tempo.

Schemi
Come si vince? Ammesso che ci possa essere competizione... Di sicuro i giocatori di Wordle si dividono in due grandi partiti: quelli che puntano subito sulle parole con molte vocali (non si può barare scrivendo AEIOU, perché la parola deve far parte delle 2.500 ‘elette’), e quelli che invece vanno a caccia delle consonanti più comuni. I maniaci hanno comunque già stilato classifiche delle lettere più usate: nell’ordine E, A, R, O, T, L, I e S. Quindi, in teoria, i primi tentativi dovrebbero sempre essere basati sulla statistica e soltanto quelli successivi sull’intuizione. Ad accomunare i giocatori di Wordle è una certa propensione a vantarsi, anche con lo stesso autore del gioco: l’account Twitter di Wardle, @powerlanguish, è in questo senso molto divertente, per la quantità di segnalazioni cervellotiche che riceve.

Soldi
Wardle aveva in mente il gioco da quasi un decennio, ma soltanto durante i vari lockdown ci ha messo davvero la testa, spinto dalla fidanzata Palak Shah, appassionata di enigmistica. Difficile comunque che Wordle diventi una start-up di successo o che arricchisca Wardle: troppo facili le imitazioni cambiando qualche dettaglio, troppo facile trovare nel passato giochi da tavolo o televisivi (chi non ricorda il Lingo?) che lo abbiano per così dire ispirato. Diventerebbe la classica situazione in cui ad arricchirsi sono soltanto gli avvocati. Questo non toglie che il gioco abbia sfruttato una certa stanchezza del pubblico, soprattutto quello adulto, dai boomer alla generazione X, e quel tocco vintage che scalda il cuore di persone convinte, magari anche a ragione, che il meglio sia già passato. In definitiva Wordle sembra il perfetto gioco per i tempi di pandemia, con la ricerca dell’essenziale e l’accettazione di una vita un po’ triste che creano dipendenza.