Ad un solo passo da un premio tanto bello quanto meritato

Stasera contro la Slovenia, la Svizzera potrebbe già toccare il cielo con un dito. Sopra lo stadio Stožice infatti, a differenza della Strawberry Arena, di tetti non ce ne sono. Sì, in caso di vittoria a Lubiana - e se contemporaneamente il Kosovo non trovasse la via del successo al cospetto della Svezia - Granit Xhaka e compagni avrebbero già centrato l’obiettivo. Si giocherebbero le ultime sfide del Gruppo B certi di aver già obliterato il biglietto verso il Mondiale del prossimo anno con diverse settimane d’anticipo e senza passare degli scomodissimi spareggi. Un traguardo tutto fuorché scontato alla vigilia dell’inizio del percorso di qualificazione per la Coppa del mondo dall’altra parte dell’oceano. La parentesi di amichevoli giocata su suolo americano quest’estate era stata ben sfruttata dagli uomini di Murat Yakin. Aveva insomma convinto e gettato le basi per un percorso positivo. Ma da qui a ottenere tre vittorie di fila e portarsi a un niente dal matematico passaggio del turno ne passa di acqua sotto i ponti. In un tempo record di appena 39 giorni, la Svizzera potrebbe centrare la qualificazione grazie a tre prestazioni con la «p» maiuscola. Oltre alla tempistica, sorprende pure la modalità con cui i rossocrociati hanno conquistato la posta piena. E ora non intendono fermarsi. Non proprio quando all’orizzonte si staglia la rassegna di Stati Uniti, Messico e Canada.
Una squadra matura
«La Svizzera ha una squadra molto matura, che fa circolare il pallone in modo eccellente, ed è molto più avanti di noi», aveva - non a caso - commentato l’allenatore della Svezia Jon Dahl Tomasson nella pancia della Strawberry Arena. «La Svizzera non è più la squadra di una volta», gli ha fatto eco il capitano dei rossocrociati. Xhaka, poi, aveva aggiunto: «Nessuno si aspettava un inizio del genere, ma abbiamo meritato di vincere queste tre partite». E sulla stessa lunghezza d’onda s’inseriscono anche le parole di Murat Yakin, pronunciate nel contesto della conferenza stampa di ieri a lanciare la sfida di questa sera contro gli sloveni. «Siamo in una situazione favorevole e ce la siamo guadagnata. Con il nostro duro lavoro e il nostro stile di gioco siamo sulla buona strada per qualificarci». La parola d’ordine, ad ogni modo, rimane cautela. Anche in vista del match di Lubiana. «Servirà tanta intensità. Ogni avversario può essere pericoloso, lo abbiamo visto contro la Svezia. La vittoria è stata importante, ma ora si riparte da zero». La Slovenia ha cambiato sistema di gioco nell’ultima partita. Vedremo se farà lo stesso anche contro la Svizzera. E per quando riguarda la formazione rossocrociata? Cambierà qualcosa nel suo undici titolare? «Diciamo che forse apporteremo qualche modifica o forse addirittura nessuna. Servirà però una buona partenza e poi proseguire sulla strada tracciata».
Un incastro perfetto
Una campagna, fin qui, senza sbavature e a cui la Svizzera si è avvicinata dopo una fase tutt’altro che felice. La prima vera crisi, per la formazione di Yakin, era arrivata con il pesante 6-1 rimediato agli ottavi del Mondiale in Qatar nel 2022, per mano del Portogallo. Dopo l’inebriante Europeo 2024, sono poi giunti i grandi addii degli amati leader del recentissimo passato, che hanno fatto rima con un altro periodo di depressione elvetica. Vortice negativo da cui il ct ha rialzato la squadra realizzando un percorso di qualificazione al limite della perfezione. A salire in cattedra l’intelligenza di Remo Freuler, il giovanissimo Johan Manzambi e la solidità di capitan Xhaka. Ma la lista si potrebbe allungare ulteriormente. Una tendenza che Murat ha spiegato così: «Quest’anno, rispetto agli anni precedenti, siamo fortunatamente in forma. Quasi tutti i giocatori, inoltre, hanno un ruolo importante nei loro club. È un puzzle i cui pezzi si sono incastrati perfettamente. Anche chi entra dalla panchina si integra bene quando gli viene richiesto di giocare».
«Vogliamo vincere»
Prima di festeggiare, ad ogni modo, servirà un altro successo. È a questo che punta la Nazionale. «Vogliamo vincere», ha chiarito subito Yakin. «Così come sarà importante anche mantenere la porta inviolata. Sarebbe un passo importante per Gregor (Kobel, ndr). Sono fiducioso: avremo le nostre occasioni da gol». Una squadra unita, compatta e convincente quella scesa in campo per i primi tre appuntamenti. Serve ancora qualcosa prima di raggiungere la perfezione in vista del Mondiale? «Non voglio pensare così in là - ha tagliato corto il ct -. Siamo concentrati solo sul match contro la Slovenia. Vogliamo qualificarci e per questo serve il 100% di concentrazione». Solo così si potrà toccare il cielo con un dito.