Il commento

Ambrì, nuovo ciclo o tramonto del viaggio?

La stagione alle porte sarà utile soprattutto per capire se Cereda e Duca potranno aprire un nuovo ciclo, o se dopo sette anni alla Gottardo Arena in futuro ci sarà bisogno di una ventata di aria nuova
Flavio Viglezio
12.09.2023 21:00

Da dove può ripartire, l’Ambrì Piotta? Probabilmente dai più di 5.300 tifosi che hanno deciso di sottoscrivere un abbonamento. Nulla e nessuno, in questi anni, riesce a scalfire l’affetto del popolo biancoblù per la sua squadra del cuore. E pensare che quella passata non era stata una stagione facile: il successo alla Coppa Spengler non era bastato a cancellare la delusione per il mancato accesso ai pre-playoff. E una parte della tifoseria – una minoranza, va pure detto – ha iniziato a manifestare un certo malumore nei confronti di Luca Cereda. Tanto che il tecnico di Sementina e il direttore sportivo Paolo Duca – un binomio inseparabile – ci hanno pensato a lungo prima di decidere di ripartire per una nuova avventura.

Solo il campionato dirà se è stata la scelta giusta. Ad inizio estate Filippo Lombardi ha gridato ai quattro venti che coach Cereda rimarrà sulla panchina leventinese qualsiasi cosa accadrà. «Anche se dovessimo perdere 14 partite di fila». Parole che, tra le righe, indicano come il presidente abbia voluto giocare d’anticipo e proteggere il suo allenatore da nuovi ed eventuali nuvoloni neri sopra la Gottardo Arena. Il trasloco nella nuova casa e una campagna acquisti che negli ultimi due-tre anni ha portato in Leventina elementi di sicuro valore hanno in un certo senso ingolosito una platea che probabilmente si aspettava qualcosa di più dalla squadra. In parte anche a giusta ragione.

Nel contesto di un campionato estremamente competitivo ed equilibrato, la qualificazione ai pre-playoff – pardon, ai play-in da quest’anno – rimane estremamente complicata per una formazione come l’Ambrì Piotta. Non impossibile, ma complicata. La questione però è un’altra. La stagione alle porte sarà utile soprattutto per capire se Luke e Duke potranno aprire un nuovo ciclo, o se dopo sette anni alla Gottardo Arena in futuro ci sarà bisogno di una ventata di aria nuova. Delle due l’una: o si apre un nuovo ciclo o la storia d’amore potrebbe anche terminare. Capita, nello sport. Il salto di qualità i biancoblù dovranno operarlo in particolare a livello di costanza di rendimento, cercando di evitare quei buchi clamorosi che hanno impedito nella scorsa primavera di raggiungere un obiettivo alla portata di Grassi e compagni. Sperando che la Coppa Spengler – alla quale i leventinesi si ripresenteranno da campioni uscenti – non si trasformi in un’arma a doppio taglio a livello di dispendio di energie mentali e fisiche. Un anno fa in molti non avrebbero scambiato il trionfo al torneo grigionese con un posto nei pre-playoff: in questa stagione – se dovesse scegliere – l’Ambrì ha il dovere di concentrarsi maggiormente sul campionato.

Sulla carta la rosa a disposizione di Cereda sembra aver perso qualcosa a livello di talento puro davanti – le partenze di Chlapik e Heim rischiano di farsi sentire parecchio in termini di punti – ma c’è una maggiore profondità. Stranieri a parte, molto dipenderà dal rendimento offensivo di scommesse interessanti che rispondono ai nomi di Eggenberger, Landry, De Luca o ancora Douay. E dalla conferma di elementi più esperti come Bürgler, Pestoni o Kneubühler. Le incognite maggiori riguardano però la tenuta difensiva, in un settore che ha perso Jannik Fischer – poco appariscente ma estremamente importante a livello di concretezza – e Yanik Burren. Giovani come Terraneo e un Pezzullo di nuovo in salute hanno una grossa opportunità di ritagliarsi uno spazio importante, anche se il ruolo di Heed e Virtanen diventerà ancor più fondamentale rispetto alla passata annata agonistica.

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