Calcio

Amir Saipi, un eroe tormentato

Bloccando il quinto rigore basilese, Amir Saipi ha suggellato la qualificazione alle semifinali di Coppa Svizzera - Il rapporto del portiere del Lugano con la competizione è però conflittuale, tra notti indimenticabili ed errori imperdonabili
Amir Saipi, rincorso dai compagni dopo il rigore decisivo parato al St. Jakob. © Keystone/Georgios Kefalas
Massimo Solari
29.02.2024 19:45

In copertina, giustamente, ci è finito lui. In volo, a bloccare il quinto rigore basilese. Oppure rincorso a perdifiato dai compagni, grati per una parata dal valore immenso, sia sul piano sportivo, sia su quello emozionale. Per non spegnere la magia, per continuare a far battere forte i cuori, non a caso, gli addetti ai social dell’FC Lugano hanno impostato lo storytelling del giorno dopo su quegli attimi. Su Amir Saipi. Mentre Benson Boone, in sottofondo, chiede di poter rimanere aggrappato - ancora e ancora - a sensazioni così travolgenti. «Oh God, don’t take/These beautiful things that I’ve got». Brividi.

L’auspicio del portiere bianconero, va da sé, abbraccia altri attori. Giocatori, staff tecnico, dirigenza. E, certo, i tifosi, che ce la mettono tutta, ma non sanno da che parte stare. Sì, perché l’eroe entrato in scena a meno di un’ora dalla mezzanotte, solo un’ora prima vestiva altri panni. Scomodi. Le indecisioni - evidenti - sui gol della speranza di Thierno Barry potevano d’altronde costare caro. Come già accaduto.

Barry e quel video rimosso

Inutile negarlo. Il rapporto tra Saipi e la Coppa Svizzera è tormentato. Tra notti indimenticabili ed errori imperdonabili. Il 23.enne estremo difensore ne è probabilmente consapevole. Basta osservare il suo linguaggio del corpo nei secondi che seguono l’intuizione sul tentativo di trasformazione di Dominik Schmid. Prima il guantone all’orecchio, rivolto alla curva Muttenz e - immaginiamo - in risposta a quanto di indicibile ascoltato durante i rigori finali. Poi l’incredulità, che insieme all’abbraccio sincero di squadra e staff sembra solleticare la commozione. Infine un piccolo giallo, sotto forma di un altro video inizialmente pubblicato sui canali del club e però rimosso in un secondo momento.

Un fermoimmagine del video pubblicato e poi rimosso dal club bianconero.
Un fermoimmagine del video pubblicato e poi rimosso dal club bianconero.

Inquadrato, Saipi si porta il dito alla tempia, ripetendo il concetto di «mentalità». Sua e del Lugano. Hajrizi gli dimostra il suo affetto scaraventandolo a terra e - tra le altre cose - buttando lì il nome di Barry, il giustiziere mancato. E la reazione del portiere bianconero torna a farsi provocatoria, quasi irrispettosa. Sfociando per l’appunto nella rimozione delle immagini.

Prima il 6 in pagella, poi l'uscita su Nsame

La conflittualità che muove la mente e le prestazioni di Saipi, dicevamo, non smette di riflettersi su osservatori e sostenitori. Il soggetto è ancora giovane, nessuno lo nega, eppure alti e bassi continuano a rincorrersi. Disorientando e confondendo i giudizi. Poco meno di due anni fa, con i residui della Challenge League ancora sulla pelle, Amir toccava per la prima volta il cielo con un dito. Ricordate la semifinale di Cornaredo contro il Lucerna? Ecco. Alla luce di un paio di paratone e soprattutto dei rigori parati a Ugrinic e Schürpf , il CdT aveva sublimato la prova del portiere titolare del Lugano con un 6. «Sono solo riconoscente al club, che ha deciso di scommettere su di me, affidandomi subito delle grandi responsabilità» avrebbe affermato dopo una notte quasi insonne. Saipi, tuttavia, non è sempre riuscito a essere all’altezza delle aspettative. Anzi. Nella successiva, trionfale finale contro il San Gallo, l’ex numero uno della U21 rossocrociata non aveva esattamente convinto, con Maglica abile a sfruttare una sua uscita così così. Vabbè, quella rete - a conti fatti - non aveva impedito al Lugano di riconquistare il trofeo a 29 anni di distanza dall’ultimo.

Diverso, eccome, il discorso legato alla finale dello scorso anno, persa 3-2 contro lo Young Boys e macchiata da un’altra uscita maldestra. Fallo o meno, la sfera lasciata alla testa di Nsame sullo spiovente di Zesiger «venuto giù con la neve» grida vendetta. Poiché valso il provvisorio raddoppio giallonero a un amen dalla pausa. Ed è in questi frangenti che si finisce con il delineare il confine - più o meno sottile - tra un buon portiere, capace di sostenere il peso di un club ambizioso, e un profilo normale. Per riuscire a centrare i suoi obiettivi, il Lugano ha bisogno della prima figura. E la semifinale di Coppa Svizzera, in agenda il 27 o 28 di aprile, suggerirà di nuovo qual è il vero volto di Amir Saipi. Un eroe tormentato.

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