Calcio

Arbitri, i conti non tornano

È terminata qualche giorno fa la campagna pubblicitaria lanciata della FTC per rimpolpare le file dei direttori di gara sui campi ticinesi — Il responsabile Silvio Papa: «Il nostro obiettivo era quello di raggiungere trenta iscrizioni, ne abbiamo sedici: possiamo dirci soddisfatti per metà»
Il numero di arbitri ticinesi negli scorsi anni è andato sempre più diminuendo. ©Ti-press/Davide Agosta
Maddalena Buila
24.08.2022 06:00

Il mestiere dell’arbitro, importante quanto poco gettonato. Un’attività che, infatti, trova scarso riscontro in Ticino. La penuria di persone che decide di intraprendere la formazione per diventare direttore di gara, non a caso, ha portato la Federazione ticinese di calcio alla decisione di optare per una campagna di reclutamento. Lo scopo è semplice, provare a invogliare quanta più gente possibile ad abbracciare calzettoni e fischietto. E ciò per evitare di cominciare la nuova stagione dei campionati regionali con l’acqua alla gola. Dato che proprio oggi quasi tutte le squadre di seconda e terza lega tornano in campo per la nuova stagione, abbiamo quindi chiesto al responsabile degli arbitri della FTC Silvio Papa di farci un quadro della situazione sulla suddetta campagna, lanciata nel mese di maggio e conclusasi qualche giorno fa.

Un successo a metà

«L’obiettivo che ci eravamo posti quando abbiamo deciso di intraprendere questa strada era quello di reclutare almeno 30 arbitri - illustra Papa -. Al termine della campagna abbiamo raccolto 22 iscrizioni. Purtroppo, però, due persone hanno rinunciato subito e quattro non si sono nemmeno presentate alla prima giornata di formazione. A conti fatti, abbiamo sedici nuovi arrivati. Un numero in realtà un po’ bassino, che ci permette quantomeno di rimpiazzare coloro che hanno lasciato lo scorso anno per vari motivi. Un risultato che ci soddisfa a metà, anche considerato che non è detto che tutti questi sedici candidati rimarranno con noi. Ora li attendono ancora i test fisici e teorici. Certamente qualche movimento c’è stato, ma la situazione non è totalmente risolta».

Per la prima volta

La campagna lanciata dalla FTC è una prima storica: fino ad ora non si era mai optato per una pubblicità così importante, coinvolgendo anche i media. «Questo perché finora il compito spettava alle singole società - spiega Silvio Papa -. Erano infatti loro che reclutavano gli arbitri. Da qualche tempo a questa parte, però, il numero di nuovi arrivati si è via via sempre più ridotto. Di conseguenza la FTC ha deciso di prendere in mano la situazione». Una situazione che, come detto, potrebbe essere più rosea, anche considerato il fatto che non si sa ancora quante nuove leve proseguiranno il cammino fino in fondo. «Solitamente i 2/3 dei candidati rimane. Il restante terzo si perde per strada tra il primo e il secondo anno».

Un rapporto difficile

Diversi gli episodi di mancanza di rispetto nei confronti degli arbitri la scorsa stagione sui campi ticinesi. Un aspetto che non avrà sicuramente contribuito a far aumentare l’interesse nei confronti della campagna lanciata dalla FTC, a meno che non siano state considerate nuove misure a protezione dei direttori di gara. «La sezione tecnica ogni settimana prende contatto con le società e manda 5 o 6 istruttori per valutare la situazione sui campi ticinesi - prosegue Papa -. Per gli arbitri sono inoltre state pensate delle magliette con la scritta “Rispetto” e “Fair play” da indossare durante il riscaldamento. Questo è quanto possiamo fare. Certamente i casi dello scorso anno non hanno aiutato; chi inizia a valutare la possibilità di intraprendere questo percorso oggi come oggi ci pensa due volte». Potrebbe essere dunque questo l’aspetto che ha fatto, a poco a poco, diminuire il numero di arbitri in Ticino. «Episodi del genere ci sono sempre stati. Poi però sono arrivati i cellulari e i social media, dove tutto viene pubblicato e diventa virale in un attimo. Tutto questo crea certamente della pubblicità negativa per noi».

Possibilità di carriera

Chi invece decide di intraprendere in ogni caso il percorso per diventare arbitro, può tentare anche di fare carriera. «Dopo aver passato il test fisico d’entrata, quello teorico e il questionario finale sul regolamento - conclude Papa -, si giunge all’ultimo step, ovvero il verdetto del campo. Se il candidato ha feeling con questo mestiere può davvero anche provare a fare carriera. C’è invece chi purtroppo sul terreno da gioco vale poco e va scartato perché ostacolerebbe tutto il movimento».