Arbitri un po' tifosi, ecco la soluzione dall'Inghilterra

Con l’inizio dei massimi campionati europei – che hanno preso il via nel corso del weekend – si è tornati anche a parlare di arbitri. Inevitabilmente, verrebbe da dire. Più si alza la posta in palio e maggiore è l’attenzione ai dettagli anche più effimeri, il che comporta polemiche a non finire. È stato così, non a caso, in Italia, dove le discussioni su alcuni casi controversi si sono subito accese. A differenza di quanto accade nella vicina Penisola, c’è chi, Oltremanica, sta provando a rivedere la propria comunicazione e la sempre complicata gestione degli ufficiali di gara. In Premier League, infatti, sono state diverse le novità introdotte nella stagione 24-25 volte a una maggior trasparenza nei confronti degli spettatori.
I conflitti di interesse
A sorpresa – con la prima giornata di campionato alle porte – il «first chief refereeing officer» della PGMOL, Howard Webb, ha scosso l’ambiente con una dichiarazione rivelatosi poi infondata o, per meglio dire, non del tutto corretta. Stando a quanto emerso inizialmente, il capo degli arbitri inglesi ha detto di voler rendere pubbliche le fedi sportive dei direttori di gara. Così, in realtà, non è stato, poiché successivamente lo stesso ente inglese ha riferito di un malinteso. Qualcosa, però, al pubblico è stato effettivamente mostrato e riguarda il protocollo di designazione arbitrale. Non è la stessa cosa, certo, ma resta uno spunto interessante per vedere come la lega più ricca e florida del mondo stia cercando di rendersi più limpida.
Partendo dagli errori, diversi, commessi la passata stagione, i vertici del calcio britannico hanno deciso di pubblicare nero su bianco quali sono le restrizioni che impediscono agli arbitri di condurre determinati incontri. Per fare chiarezza, la volontà è quella di scongiurare possibili casi di conflitti di interesse, che possono nascere da svariate circostanze. Un «fischietto» può dirigere un confronto solo se viene stabilito che non abbia un interesse attivo nell’assistere a un successo di un club, che non vi abbia giocato in passato o che non ci sia un legame personale sostanziale (derivato da legami familiari o eventuali rapporti d’affari) con quella società.
Alle nostre latitudini
Sebbene non ci sia un documento simile a questa policy diramata dalla PGMOL, anche in Svizzera si cerca naturalmente di evitare qualsivoglia caso di conflitto di interessi. Dopo aver contattato l’ASF per raggiungere un membro della commissione arbitrale, il responsabile dei media ha chiarito la situazione che vige nel nostro campionato: «Gli arbitri sono tenuti a firmare una lettera d’impegno per evitare di incappare in situazioni sgradevoli e mantenere sempre il massimo grado di imparzialità. La designazione arbitrale dipende da una molteplicità di fattori e ogni tanto il processo diventa complicato ma la commissione che se ne occupa compie ogni sforzo possibile». Un esempio, allora, poteva essere la contemporanea presenza nel campionato di Aldin Turkes, ex giocatore del Winterthur, e di suo fratello Mirel, arbitro di Super League. «In queste situazioni si cerca naturalmente di evitare ogni coinvolgimento, diretto o indiretto che sia».
Ispirazioni dall’estero
La Premier League – oltre ad aver creato un account social sulla piattaforma X, in cui spiega praticamente live le decisioni arbitrali e della VAR – cercherà inoltre di mostrare un maggior numero di replay sul grande schermo degli stadi per consentire agli spettatori di essere più informati. «Anche la nostra priorità riguarda coloro che sono seduti sugli spalti, ma chiaramente le infrastrutture di cui siamo dotati non sono le stesse di cui dispongo loro. Tra le varie squadre svizzere, poi, non si è ancora raggiunta un’uniformità in termini di strutture tecniche, non avrebbe senso mostrare alcune immagini solamente in certi stadi».
Il modello inglese, comunque, rappresenta senza dubbio un’ispirazione per il resto dell’Europa. «Seguiamo sempre quello che accade all’estero – ci è stato confermato – e ogni novità è sotto i nostri radar. Ciò che stanno provando a fare in Inghilterra in termini di trasparenza con i tifosi è interessante, ma è presto per fornire un giudizio perché è trascorsa una sola giornata. Teniamo d’occhio diverse leghe, lo abbiamo fatto in passato e continueremo a farlo in futuro».