Basket

«C’è un ambiente positivo, per me ce la giochiamo»

Scatta oggi a Nosedo la finale dei playoff tra SAM Massagno e Olympic Friburgo - Dusan Mladjan illustra come si può sconfiggere una squadra che non perde dal 18 gennaio: «Ci vuole una partita perfetta»
Dusan Mladjan non è uno che si tira indietro ed è convinto che la Spinelli abbia le qualità per fermare i burgundi. ©Keystone/Massimo Piccoli
Mattia Meier
03.06.2023 06:00

C’è tutta una collina in fermento nel Luganese in questi giorni. Quella che a partire da oggi farà da sfondo alla finale dei playoff. Mai l’ultimo atto del massimo campionato cestistico elvetico era arrivato da queste parti. A quasi sessant’anni dalla sua nascita, la SAM Massagno è riuscita a scrivere anche questa pagina della propria storia, sperando di vergare le righe conclusive con un bel lieto fine. Tra lei e il titolo svizzero rimangono solo tre vittorie, da conquistare superando l’ostacolo più ostico di tutti, l’Olympic Friburgo, campione in carica da tre edizioni consecutive.

DNA vincente

In Ticino la finale mancava ormai dal 2014, anno dell’ultimo successo del Lugano di Stockalper, Abukar e Watson. In quel periodo, la Spinelli iniziava il percorso che la porterà da oggi, una decina d’anni dopo, a giocarsi il trono del nostro basket. Una squadra e una società giovane: in panchina un coach, Gubitosa, alle prime esperienze di serie A; in campo uno sbarbatissimo Andjelkovic. Unici sopravvissuti oggi di un gruppo che nel tempo, per crescere dentro e fuori dal campo, ha inserito elementi sempre più di valore. Uno di questi, di finali e di vittorie se ne intende parecchio. In ogni squadra svizzera in cui ha giocato, Dusan Mladjan ha vinto un titolo. Ma non pensate che il ragazzo arrivato da Belgrado si senta sazio: «La voglia di vincere fa parte del mio DNA. Ero così già da bambino, super competitivo, e questo mi è rimasto dentro. Darò sempre il massimo per vincere, non sono uno che si tira indietro».

Sei finali vinte su otto disputate dal 2010 ad oggi, ma ce n’è una rimasta più delle altre: «Il titolo del 2010 con il Lugano direi, il primo, arrivato dopo diversi anni che i Tigers non vincevano. È forse quello che mi lascia i ricordi migliori, ma sono state tutte grandi vittorie. È difficile fare vere preferenze».

«Facciamoli vacillare»

Adesso però è tempo di riempire l’album dei ricordi con un nuovo capitolo. In spogliatoio tutti pronti: «In questi giorni c’è un ambiente positivo, eliminare Neuchâtel battendolo tre volte di fila ci ha dato ulteriore carica. L’atmosfera è quella buona». E la sofferenza della semifinale verrà utile in questa serie: «Sono d’accordo – prosegue il top scorer – . Giocare partite complicate, combattute fino alla fine, ci ha fatto bene, perché tra quarti di finale e ultime di campionato arrivavamo da un periodo di partite poco stimolanti, e rischi di perdere un po’ l’abitudine a soffrire, cosa che con l’Olympic non puoi permetterti».

E oggi sarà importante iniziare subito al meglio: «Gara-1 è molto importante, per la nostra fiducia, ma anche per fare venire loro qualche dubbio. Friburgo non perde una partita dal 18 gennaio. Parliamo di una striscia di oltre 20 vittorie. Sono abituati a vincere. Ecco, proviamo allora a farli vacillare. Ne abbiamo tutte le possibilità».

L’abbraccio della comunità

Già, ma come si batte una squadra quasi imbattibile? La ricetta di Mladjan: «Ci vuole una partita perfetta, che per noi vuol dire difesa, aggressività e contributo di tutti. Se ognuno riuscirà a mettere il proprio mattoncino, ne avremo benefici. Dovremo lavorare tutti a rimbalzo, concederne il meno possibile in attacco e limitare le palle perse. Loro sanno essere micidiali nelle ripartenze e sanno come sfruttare le seconde opportunità. Cinque contro cinque invece secondo me ce la giochiamo».

I favori del pronostico dicono Friburgo: «Friburgo per rosa, budget, struttura societaria è la squadra da battere, sempre. Ma la pressione è soggettiva. Io me la metto addosso anche quando sfavorito, mi permette di dare il massimo. Ma come dicevo l’atmosfera in spogliatoio è buona, sono sicuro che i compagni sono pronti quanto me a dare tutto senza troppi pensieri».

Magari con la spinta del pubblico, sempre più numeroso e caldo (apertura casse oggi ore 16.30 ndr.): «Vedere Nosedo piena è un bel premio per tutti noi, società compresa. Sentiamo l’abbraccio della comunità. Sono certo che anche oggi avremo gli spalti gremiti. Lo spero, ci farebbe solo bene».