Basket

Facchinetti: «Il coraggio di lanciare i giovani è la ricetta per il nostro basket»

L'esperto della disciplina propone un'analisi del movimento ticinese e del campionato che scatta oggi con le sfide Lugano - Ginevra e Pully-Losanna - SAM Massagno
Massimiliano Dell’Acqua e Oliver Sassella sono i giovani ticinesi più interessanti emersi negli ultimi anni. ©CdT/Gabriele Putzu
Mattia Meier
27.09.2025 06:00

Giocatore, poi allenatore, quindi commentatore. A Franco Facchinetti, esperto di basket elvetico, abbiamo chiesto un’analisi del nostro movimento e del campionato che scatta oggi con Lugano-Ginevra (ore 17) e Pully-Losanna - SAM Massagno (17.30).

Franco, l’estate ha fatto splendere il sole sulle nostre Nazionali.
«Si sono visti segnali decisamente interessanti, anche e forse soprattutto nelle selezioni giovanili, dove si sono raccolti ottimi risultati e promozioni. Per quelle maggiori, della Nazionale femminile si è detto tanto, mentre quella maschile ha raggiunto la fase finale di qualificazione ai Mondiali. Il che non capita spesso. Il girone è ostico, ma esserci è importante. Ma la cosa forse più positiva è aver riscoperto l’affetto della gente. Si è giocato in arene piene, c’è stato seguito e questo è importante per il movimento. Come lo è l’aver dimostrato di avere ragazzi con il talento necessario per tenere il campo con avversari di spessore. È quello che si vorrebbe anche in campionato: avere il coraggio di dare spazio ai giovani, lasciarli esprimere, anche sbagliare, soprattutto in un torneo come il nostro, dove il livello non è eccelso».

Il campionato maschile, purtroppo, e ancora la «pecora nera».
«Diverse squadre hanno il salvadanaio a secco, la maggior parte inizierà con soli 2-3 stranieri. Anche il Friburgo, il che è tutto dire. Probabilmente anche questo non sarà un campionato ad alto livello».

Parole giuste: «anche questo».
«C’è una tendenza al peggioramento in atto da anni. Per questo dico che bisogna investire, per valorizzare, su quello che si ha in casa. Prendiamo il Lugano dello scorso anno: anche per necessità economiche e di effettivo, ha dimostrato che dando spazio a qualche ragazzo, i segnali positivi arrivano. E i giovani possono crescere. Se poi hai la possibilità di affiancarli a qualche giocatore di esperienza, gli dai la possibilità di migliorare con i giusti tempi e la giusta pressione».

Una considerazione che descrive in parte i bianconeri, in parte la SAM. Quali aspettative per le due ticinesi di SBL?
«È presto per sbilanciarci, bisogna lasciar parlare il campo, vedere gli avversari, e capire il valore degli stranieri, vero ago della bilancia. Perché se gli azzecchi, puoi giocartela con tutti, in una partita secca».

In collina i fratelli Mladjan sono sempre garanzia di qualità.
«Non hanno bisogno di presentazioni, il loro contributo lo danno sempre e puoi quantificarlo in anticipo. Prendiamo Dusan: gli anni passano, ma la sua media punti e il suo impatto sono sempre quelli».

Nel Lugano dei giovani, invece, c’è chi è in rampa di lancio.
«Oliver Sassella mi ha ben impressionato. Ha tanta pallacanestro nelle mani e nella testa. Puoi essere bravo a tirare, a passare, a prendere rimbalzi, ma la vera differenza la fa sempre il saper stare in campo, e lui lo fa ottimamente. È più maturo della maggior parte dei ragazzi della sua età e non solo. Un po’ come lo era, e lo è, Massimiliano Dell’Acqua. Per Max sarà una stagione importante. Già l’anno scorso è stato bravo a ritagliarsi il suo spazio con il Friburgo, dove era parte integrante della rotazione. Ora, senza Kovac e con uno straniero in meno, mi aspetto che salga ulteriormente nelle gerarchie di coach Petit».

E torniamo al discorso sui giovani, e sui benefici nel lanciarli.
«Mettere in rotazione un giovane non può che farlo crescere. Se lo fai entrare solo a partita finita, o per infortuni di altri, non solo il giocatore non prende fiducia, ma nemmeno la prendono i compagni nei suoi confronti. Lo vedranno sempre come l’ultimo uomo, un’etichetta poi difficile da togliere, e che può frustrare il percorso di crescita».

In campionato si prevede ancora un gioco a due tra Ginevra Lions e Olympic Friburgo.
«Il Ginevra è il più completo. Ha confermato gran parte della squadra, compresi 3 stranieri su 4, più l’aggiunta di Solcà, un ottimo acquisto. L’Olympic ha il solito, e solido, pacchetto elvetico, ma bisogna capire se ha azzeccato gli stranieri. Dietro di loro vedo il Pully-Losanna, che da qualche anno sta lavorando bene. Poi immagino una mischia, ticinesi comprese, nella quale tutti potranno giocarsela con tutti».