I soliti limiti dei Tigers e il riscatto della SAM

Risultati scontati e altri meno, accenni di crisi e momenti di euforia, cinque squadre a pari merito in classifica (cortissima). L’ultimo fine settimana in SBL, ha mischiato carte ed emozioni. Una vittoria e una sconfitta per le ticinesi, ma anche a guardare altrove c’è chi vola e chi invece perde quota. Guidano la prima categoria gli scatenati Starwings, tre vittorie di fila, record positivo (3-2) e terzo posto in solitaria, vittoriosi su una Losanna (2-3) invece reduce da tre battute d’arresto consecutive. Non esattamente il ruolino di marcia che gli investimenti in terra vodese farebbero pensare. A far rumore sabato è però stata la sconfitta casalinga dei Ginevra Lion (4-2), fermati a sorpresa dal Monthey (2-3), che ha così lasciato il Lugano solo soletto sul fondo (1-5).
Tempo di raccogliere
Giocano bene, i Tigers di Valter Montini. Divertono, pescano quasi ogni anno almeno uno straniero non da poco. Però faticano a vincere, a raccogliere quanto seminato, oggi come in passato. L’euforia della bella vittoria nel derby è durata poco, frustrata, soprattutto, dalla sconfitta di Monthey e, in parte, da quella di sabato contro l’inarrivabile e sin qui imbattuto Olympic Friburgo (6-0). È ovviamente anche vittima dei suoi limiti, il Lugano: l’età media (ma neppure in Vallese, a Basilea o a Neuchâtel pullulano i veterani) e l’inefficienza di uno dei due soli stranieri. A spulciare il passato, Trey Moses non è mai stato un’iradiddio sotto le plance, ma nonostante nessuno gli chieda di aprire le acque in due, aspettarsi un altro impatto è più che lecito. I suoi 12,7 punti e 9,2 rimbalzi di media non sono nemmeno numeri terribili, il problema è l’efficacia nel contesto di squadra, di una partita. Sabato, fuori King per problemi di falli, l’ex Ball State si è eclissato, anziché prendere in mano la situazione. Avere uno straniero che pare più un «role player» è sicuramente un deficit per i Tigers, che vedono sì la crescita di Sassella e Broggi, ma offensivamente, dietro a King, faticano a trovare qualcuno che la metta con continuità. E chiedere al «topscorer», macchina da (palla)canestro (33,2 punti, 11,8 rimbalzi e 37,2 di valutazione di media!) di fare pentole e coperchi a profusione non è pensabile, e anzi si finisce con lo sprecare le sue doti. Soprattutto se la difesa regge poco (95,2 punti concessi di media, seconda peggiore). I prossimi impegni saranno contro Losanna (fuori casa) e Starwings (all’Elvetico). Smuovere la classifica, comunque corta, diventa indispensabile per tenerla viva e immettere energie positive. Sabato per tre quarti il Lugano ha lottato come suo solito, poi, nell’ultimo, quando è scappato il Friburgo, il collettivo è sembrato slegarsi, demotivarsi, aspettando la sirena finale. Reazioni umane, ma c’è anche un piccolo, estemporaneo, campanello di allarme.
Segnali incoraggianti
A fare affari nel weekend è stata anche la SAM (2-3). Lo schiaffo nel derby è servito: dapprima è arrivata la prova di carattere con il Ginevra, poi la vittoria autorevole a Nyon (2-3), con i vodesi agguantati in classifica nel gruppone a pari merito con Monthey, Neuchâtel e Losanna. In collina rimane da regolare la difesa (con 98,2 punti è la peggiore del campionato), ma già sabato sono arrivati segnali incoraggianti. E ad Attallah mancavano Marko Mladjan e Stevanovic. Intanto, se Dusan Mladjan ormai non fa più notizia (30 punti), la SAM gode dell’impatto sempre maggiore di Hayes (20 punti e 10 assist) e della crescita costante di Karabasic (11 punti con 6 rimbalzi), sempre più a suo agio al piano di sopra. Mercoledì a Nosedo arrivano gli Starwings, un bel banco di prova per entrambe.